Regionali, il Pd vira sulla Bonino

Sarà Nicola Zingaretti, presidente della Provincia, a scegliere il candidato per il centro sinistra alla Regione che sfiderà Renata Polverini, che corre per il Pdl. E stato Pierluigi Bersani ad incaricare Zingaretti del difficile compito, esautorando di fatto Mazzoli, segretario regionale del Pd. «Una sorta di commissariamento», dicono dal partito. «Non è così, solo si riconosce l’autorevolezza di Zingaretti», precisa Alessio D’Amato. L’accelerazione si è avuta ieri in giornata, dopo la presentazione della candidatura alla Regione da parte di Emma Bonino per i Radicali. Un nome che ha ricevuto consensi da più parti e che ha spinto il Pd a velocizzare i tempi. «Ringrazio Bersani per il compito che mi è stato affidato», ha detto in serata Zingaretti, che domani sera dovrà consegnare il nome del candidato dopo aver sentito tutti partiti della coalizione. «La Bonino è una candidatura autorevole certo, ma il problema è l’Udc, che non correrebbe per lei», precisano dal Pd.Altro che festa dell’Epifania, per Nicola Zingaretti quella di oggi sarà un giornata da «esploratore» alla ricerca del candidato per la sfida a Renata Polverini, che corre alla presidenza del Lazio per il Pdl. Ovvero, ieri nel tardo pomeriggio il presidente della Provincia ha ricevuto da Bersani il mandato esplorativo, per individuare definitivamente il nome con cui il Pd cercherà di riconquistare la Regione. L’accelerazione si è avuta quando Emma Bonino, battendo tutti sul tempo, soprattutto il Pd - a dimostrazione che la politica non è fatta solo di raffinate strategie, ma anche di tempi veloci - ha presentato ieri la candidatura per i radicali. In casa Pd si è capito che non si poteva aspettare l’appuntamento di domani fissato con la coalizione. E così Bersani, esautorando di fatto il segretario regionale Mazzoli, ha affidato l’incarico della scelta a Zingaretti. Una sorta di «commissariamento», sussurrano dal partito. Una definizione che non piace ad Alessio D’Amato (Pd), «non è un commissariamento, semplicemente Zingaretti è la figura più autorevole». Una considerazione che il presidente della Provincia commenta in serata con un breve comunicato: «Ringrazio Bersani e la segreteria per la fiducia che mi hanno concesso in questo difficile passaggio. Nel mio ruolo terzo di mera esplorazione avrò la possibilità di verificare candidature autorevoli anche all’esterno del Pd». E all’interno di queste poche frasi ci sono le parole chiave per sciogliere il rebus: Zingaretti ha solo un mandato esplorativo, complicato dall’indecisione dell’Udc che difficilmente potrebbe accettare di correre per Bonino, ovvero il candidato esterno al Pd. Ma il tempo fugge: domani scadono le 48 ore chieste dall’Udc per decidere, e sempre domani in serata Zingaretti, dopo aver parlato con la coalizione, consegnerà il nome. Intanto da più parti la Bonino viene indicata come la più adatta, «è sicuramente una candidatura autorevole, il problema è solo l’alleanza con l’Udc», dice D’Amato. Di contro Bonino sembra piacere anche a Sinistra Ecologia e Libertà, «con lei potrebbe crescere un polo laico e progressista»; e ai Verdi, «invito tutto il centro sinistra a sostenerla», dice il presidente Angelo Bonelli. Ma è la stessa Bonino a chiedere al Pd di abbandonare gli indugi: «Sarebbe una grande opportunità aver il coraggio di scegliere la mia candidatura». E intanto la radicale ha indicato alcuni nomi da mettere in lista: Mina Welby e Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il geometra morto in carcere per le percosse ricevute.
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