Regionali e alleanze la quadra impossibile del neosegretario

Ribadisco la mia indisponibilità a qualsiasi candidatura che preveda le mie dimissioni da sindaco di Bari. Mi pare più semplice candidare alla regione Puglia il presidente uscente Nichi Vendola, che peraltro ha ben operato». Così ieri Michele Emiliano, indicato da qualcuno - soprattutto al centro - come candidato nel posto che ora è di Vendola. Ma Emiliano non ci sta. E con lui il segretario regionale Pd Sergio Blasi, che rilancia: «Vendola? Vorrei che fosse non solo il candidato ma anche il presidente del centrosinistra, di questa alleanza meridionale dal 2010 al 2015», completando però la frase con un «stiamo lavorando affinché tutte quelle forze che hanno a cuore gli interessi del Mezzogiorno trovino le ragioni per stare insieme». Ma fin qui in Puglia l`Udc ha condizionato la propria disponibilità a sedere al tavolo di un`alleanza proprio al «passo indietro» di Vendola. La stessa formula che usa a Youdem Francesco Boccia, deputato e pugliese doc e già sfidante di Vendola alle primarie del 2005. «Ognuno ha il diritto di difendere il lavoro fatto ma mi aspetto che alcuni degli amministratori locali degli ultimi anni prendano atto, in cuor loro, che non ce la potranno fare e che facciano un sano passo indietro». Ce l`ha con Vendola? Vendola, in ogni caso, sembra non pensarci: per domenica prossima, a Bari, prepara un`iniziativa pubblica di bilancio degli anni di governo regionale: che ha tutta l`aria di una ricandidatura. Quello pugliese è solo uno dei nodi delle regionali che verranno al pettine del partito democratico nei prossimi giorni. Bersani ha ingranato la marcia più bassa e procede a una lentezza che adesso anche i suoi definiscono «realpolitik». Ma per prendere una posizione sul nodo delle regioni non potrà andare molto oltre questa settimana. Il 12 è atteso a Chianciano al congresso dei radicali, dove offrirà un percorso di alleanza, ma - almeno lui - non toccherà la questione della candidatura di Emma Bonino nel Lazio. Regione dove solo due giorni dopo, il 14, verrà eletto il segretario Pd, cui spetterà decidere i tempi per convocare le primarie di coalizione. Non prima, però, di aver capito quale sarà il candidato del Pdl, ancora incerto fra Antonio Tajani (nel caso di D`Alema ministro degli esteri della Ue) e la popolare sindacalista Renata Polverini, che ha già in tasca l`ok dell`Udc. In alto mare anche le altre regioni considerate in bilico: la Calabria di Agazio Loiero sceglierà il candidato con le primarie che si svolgeranno già ai primi di dicembre. Il centrosinistra campano da ieri ha qualche chance in più dalla probabile uscita di scena del sottosegretario Pdl Nicola Cosentino, considerato nome forte ma raggiunto da una misura cautelare. Ma sul candidato Pd ancora fumata nera. Bersani prende tempo, giura che saranno i territori a decidere. E anche sul versante del partito procede con molta calma, onde evitare scossoni che si ripercuotano sulla fase di ripartenza del Pd. Quindi, dopo il primo giro di nomine votato dall`assemblea del 7 novembre (direzione, commissione garanzia, presidente e vicepresidenti) si è preso un paio di settimane per scalpellare l`elenco dei responsabili delle aree tematiche, dal quale fra l`altro dipende anche la «soddisfazione» dell`anima popolare, molto malpancista, che domenica all`assemblea ha battuto un colpo attraverso l`intervento di Franco Marini. Più o meno da quell`area ieri è uscito un altro deputato, Gianni Vernetti, verso Rutelli. La direzione è convocata per lunedì prossimo. Ma non farà nomine: all`ordine del giorno «le politiche per lo sviluppo del partito e della sua organizzazione», dice la convocazione, già nell`inconfondibile prosa del nuovo corso Pd.
© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU
- Login to post comments