Referendum, depositate le firme in Cassazione

Sono 532 mila le firme depositate ieri mattina in Cassazione a sostegno dei sei referendum radicali sulla giustizia: due sulla responsabilità civile dei magistrati, uno per l’abolizione dell’ergastolo, uno contro i magistrati fuori ruolo, uno contro l’abuso della custodia cautelare e uno per la separazione delle carriere. Altri sei quesiti, invece, non hanno raccolto il numero di firme necessario per la presentazione in Cassazione: abolizione del finanziamento ai partiti e dell’otto per mille, divorzio breve, norme sulla droga e sull’immigrazione. La radicale Rita Bernardini ha spezzato una lancia a favore di Silvio Berlusconi: «Lui ha capito che è importante dare la parola ai cittadini ed è per questo che i referendum li ha sottoscritti tutti, anche quelli che lui stesso ha detto di non condividere. Tuttavia, la sua posizione è stata tardiva».
Nelle stesse ore, nove Regioni hanno presentato in Cassazione il quesito referendario per abolire il taglio di circa mille piccoli tribunali. Insieme alla regione capofila, l’Abruzzo, sono scese in campo il Piemonte, le Marche, la Puglia, la Calabria, la Basilicata, il Friuli-Venezia Giulia, la Liguria e la Campania. Secondo i promotori della consultazione popolare, «rappresentiamo più di mezza Italia e sulla riforma il governo deve fare un passo indietro». Spiega il rappresentante dell’Abruzzo, Emilio Nasuti, che questa «è la prima volta dal 1970 che la richiesta di referendum viene proposta dalle Regioni e non tramite la raccolta di firme dei cittadini». L’iniziativa, prosegue Nasuti, ha l’obiettivo di spingere il governo alla retromarcia «senza nemmeno spendere i soldi per il referendum, dal momento che anche noi vogliamo risparmiare e siamo in linea con la spending review, ma non per questo vogliamo penalizzare i nostri cittadini».
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