Le rassicurazioni del premier non cancellano l'incertezza

Rispetto alla confusione del giorno prima, non ha portato grandi novità il breve discorso di Berlusconi alla Camera, anzi a mezza Camera, dato che le opposizioni, con l'eccezione dei cinque deputati radicali, avevano scelto di non partecipare ai lavori per protestare contro le mancate dimissioni del governo. Il Cavaliere ha ribattuto che la mancata approvazione del rendiconto non è stato altro che un infortunio, spiacevole quanto si vuole (ed infatti s'è scusato dell'accaduto), ma al quale non intende dare soverchia importanza politica. Il governo ha chiesto la fiducia e la otterrà oggi grazie anche al fatto che la gran parte dei dissidenti del centrodestra ha confermato che la darà, salvo poi dire che si tratterà di una fiducia a tempo, in attesa di vedere se le loro richieste saranno accontentate. Confermata anche l'intenzione di andare avanti fino al 2013 con il programma di riforme già esposto inutilmente altre volte.
Mai come oggi tuttavia il quadro rassicurante fornito dal premier cozza con la realtà di una crisi economica insistente e di una crisi politica latente. Berlusconi ha parlato con al fianco Bossi che non la finiva di sbadigliare. Nel consiglio dei ministri che ha preceduto il dibattito alla Camera c'è stato un nuovo scontro tra i ministri Tremonti e Romani sulla destinazione dei fondi ricavati dall'asta delle frequenze per i telefonini di quarta generazione: non è certo un buon viatico per le trattative sul prossimo decreto sviluppo, di cui Romani, a dispetto di Tremonti, è stato incaricato direttamente dal premier. La Bce ha ribadito ieri che i paesi europei a rischio, tra cui l'Italia, di cui ha sottolineato l'andamento sofferto e il doppio declassamento subito dalle agenzie di rating, devono prepararsi all'eventualità di manovre aggiuntive. La Borsa ha fermato la sua ripresa ed è tornata a scendere.
L'Aventino dell'opposizione s'è consumato a beneficio delle telecamere: e in effetti, le immagini dell'aula mezza vuota della Camera hanno fatto rapidamente il giro delle principali edizioni dei Tg. Ma i leader del centrosinistra e del Terzo polo sono rimasti in silenzio solo tra i muri di Montecitorio, affollandosi invece davanti alle telecamere per attaccare duramente Berlusconi e il centrodestra. La soluzione all'incidente di martedì sarà trovata ripresentando, previo esame della Corte dei conti, il rendiconto al Senato, e solo successivamente alla Camera. Ma la situazione resta molto tesa e a rischio, e difficilmente i prossimi giorni porteranno un chiarimento.
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