La Rai del padrone: Sgarbi in prima serata

Dalla Rassegna stampa

 Tanto per dimostrare di aver recepito l’appello del presidente Napolitano perché si eviti una televisione «urlata», la Rai concede a Vittorio Sgarbi cinque prime serate su RaiUno. Il Cda di Viale Mazzini ha approvato all’unanimità il piano dei palinsesti primaverili. Per dare un’altra parola alla destra, al critico d’arte provocatore di risse tv, l’urlatore da salotto eletto come Anti-Saviano (ma lui non vuole esserlo) sarà affidato il programma Il Bene e il Male, del quale il direttore generale Mauro Masi aveva parlato con Sgarbi e Oliviero Toscani. Il critico già pensa a dibattiti su «comunismo e libertà», confronti infuocati tra Dario Fo e Marco Pannella e, perché no, Silvio Berlusconi ma «per parlare di Dio».
 
 Saranno invece cancellate otto puntate di Parla con me di Serena Dandini, il venerdì sera da marzo, per lasciare spazio alle celebrazioni dei 150 dell’Unità d’Italia curate da Giovanni Minoli. Due mesi di programmazione in meno, che dovrebbe essere compensata con il prolungamento a fine maggio anziché terminare il primo aprile.
 
 Il «riequilibrio» a destra voluto dal Dg regala anche una prima serata su RaiUno a Bruno Vespa, in affanno auditel, oltre alle altre tre. L’unico programma sul quale Masi mantiene la riserva è, guardacaso, l’inchiesta Potere condotta da Lucia Annunziata: da fine marzo sei speciali il lunedì in seconda serata su RaiTre. E «un’inchiesta sul potere, su chi comanda in Italia, dalla Fiat al Corriere alle grandi banche», spiega la giornalista che continuerà a condurre la domenica In Mezz’ora. Un programma dal profilo «storico politico», quindi è solo un pretesto la riserva che Masi vuole sciogliere in «accordo» col direttore di RaiTre, Ruffini: via libera «purché non si sovrapponga a Porta a Porta». Chiude più tardi e si occupa di attualità. Avanza anche Maurizio Costanzo con una trasmissione nell’access prime time di Raidue. L’Usigrai contesta al Dg il «mancato confronto» sui palinsesti (fino a «un ritorno in giudizio per comportamenti antisindacali») e chiede conto dei «contratti» di chi lavorerà nel tandem Vespa-Sgarbi e al programma di Lucia Annunziata». Sarà la stessa redazione di InMezz’ora, informa la giornalista.
 
 C’è poi un curioso giallo sulla messa in onda del film Il Caimano di Nanni Moretti, sul crollo di Berlusconi: RaiTre lo ha programmato per lunedì 14, ma improvvisamente è stato negato perché sarebbe stato previsto su RaiUno «fino a maggio» ma senza data certa.
 
 Il Cda ha approvato il contratto solo due consiglieri di opposizione, Rizzo Nervo (Pd) e De Laurentiis (Udc).
 
 LE SPESE DI MINZOLINI
 In cinquanta secondi, il magistrato della Corte dei Conti, Luciano Calamaro, che da settembre controlla le riunioni del Cda, ha «gelato» Masi sulle spese pazze di Augusto Minzolini: «Si tratta di una situazione delicata sulla quale ho già molte riserve e mi riservo di prendere iniziative successive», ha detto Calamaro. Un colpo per il Dg che, in un clima tesissimo, ha evitato che il Cda chiedesse di attivare l’Internal Audit per una vera indagine. Nel «carteggio» con Rizzo Nervo, Masi ha giustificato l’uso della carta di credito aziendale con la quale il direttore del Tgl ha speso 86mila euro come «benefit compensativo» (sul quale però sarebbero state evase le tasse); ieri per il Dg in difficoltà è diventata una «facility». L’opposizione nel Cda ha chiesto comunque «accertamenti sulla legittimità delle spese» (e sui 19 giorni di presenza del direttore del Tgl a Roma mentre pagava con la carta a Marrakech, Dubai, Barcellona, Palma di Majorca...). Il caso sarà all’ordine del giorno del prossimo Cda; irritato il presidente Garimberti che torna a chiedere, dal 7 dicembre, «chiarimenti cristallini.

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