Radio Radicale ha affondato Emma

A leggere la sua pagina di Facebook, il direttore di radio Radicale Massimo Bordin non ama alcun esponente del Partito democratico. Lui ne cita solamente quattro e, dopo il leader radicale Marco Pannella, al secondo posto appare Gianfranco Micciché, seguito da Fiamma Nirenstein e Ernesto Nathan (nella lista è l’unico già scomparso). È anche per questo motivo che nel Pd dicono che la colpa della bocciatura elettorale di Emma Bonino nella corsa alla presidenza della regione Lazio è tutta della radio diretta da Bordin.
E in particolare, del mancato silenzio nelle giornate di sabato, domenica e lunedì, quando la propaganda pannelliana (legittimamente, bisogna sottolinearlo, dato che si tratta di un’emittente di un partito) continuava imperterrita a trasmettere messaggi pro Emma: un tam tam tra gli elettori indecisi, ma storicamente di centrodestra, ha portato alle urne i più riottosi, preoccupati dall’invasione radiofonica delle truppe della Bonino. Tanto che i veltroniani e i franceschiniani ora vogliono tagliare definitivamente ogni sostegno economico a favore della radio, accusata di aver ecceduto con la propaganda contro il Vaticano. Specie dopo aver approvato il popolare messaggio di radio Maria che ai suoi fedelissimi ha diffuso uno slogan particolarmente efficace come «Bonino e Bresso, il cattolico non è fesso». Da non dimenticare, però, è l’affetto di numerosi esponenti del Pdl nei confronti della radio: come Renato Brunetta, che si è sempre mosso per difendere lo status dell’emittente, e i contributi per il servizio offerto per la trasmissione delle sedute parlamentari.
Dai microfoni di via Principe Amedeo, a Roma, nei dintorni della stazione Termini e dove spicca un’antenna trasmittente da Guinness dei primati, Pannella ha accusato duramente Walter Veltroni, sia nel periodo vissuto da quest’ultimo come numero uno del Pd che da sindaco di Roma, salvando invece il segretario Pier Luigi Bersani: ovviamente il primo ha più seguaci nel Lazio, e non si è certo messo a piangere vedendo perdere la Bonino. Ma è la campagna «no Vatican» che risulta la principale spina nel fianco dei radicali: anche ieri, a elezioni ormai passate, è stata trasmessa una vecchia registrazione datata 1997, nella quale il leader della Lega Umberto Bossi esprimeva forti critiche verso la Chiesa cattolica.
Un modo per cercare di sconfessare le azioni dei neo governatori Roberto Cota e Luca Zaia, sul fronte del no alla pillola Ru486. Come quando l’emittente manda in onda antichi interventi parlamentari di Francesco Rutelli, un tempo deputato pannelliano, per evidenziare i cambiamenti avvenuti nel corso di un trentennio di vita politica. Su tutto questo, poi, aleggia il problema di un cambio della guardia alla radio. Ascoltatissima grazie alla rassegna stampa mattutina di Bordin, ma che avrebbe bisogno di un cambiamento, come viene ammesso a bassa voce nello stesso partito. E ora che sono state archiviate le elezioni il tema torna all’ordine del giorno, con la candidatura (mai sparita) alla direzione di Filippo Facci, penna assai gradita all’ormai ottuagenario Giacinto detto Marco e professionista che secondo molti fedelissimi delle battaglie libertarie avrebbe le carte giuste per dare una scossa all’emittente radicale e rilanciarla con numerose novità. Intanto Bordin continua a condurre le conversazioni domenicali con Pannella, con siparietti che a volte ricordano le gag tra Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.
E in particolare, del mancato silenzio nelle giornate di sabato, domenica e lunedì, quando la propaganda pannelliana (legittimamente, bisogna sottolinearlo, dato che si tratta di un’emittente di un partito) continuava imperterrita a trasmettere messaggi pro Emma: un tam tam tra gli elettori indecisi, ma storicamente di centrodestra, ha portato alle urne i più riottosi, preoccupati dall’invasione radiofonica delle truppe della Bonino. Tanto che i veltroniani e i franceschiniani ora vogliono tagliare definitivamente ogni sostegno economico a favore della radio, accusata di aver ecceduto con la propaganda contro il Vaticano. Specie dopo aver approvato il popolare messaggio di radio Maria che ai suoi fedelissimi ha diffuso uno slogan particolarmente efficace come «Bonino e Bresso, il cattolico non è fesso». Da non dimenticare, però, è l’affetto di numerosi esponenti del Pdl nei confronti della radio: come Renato Brunetta, che si è sempre mosso per difendere lo status dell’emittente, e i contributi per il servizio offerto per la trasmissione delle sedute parlamentari.
Dai microfoni di via Principe Amedeo, a Roma, nei dintorni della stazione Termini e dove spicca un’antenna trasmittente da Guinness dei primati, Pannella ha accusato duramente Walter Veltroni, sia nel periodo vissuto da quest’ultimo come numero uno del Pd che da sindaco di Roma, salvando invece il segretario Pier Luigi Bersani: ovviamente il primo ha più seguaci nel Lazio, e non si è certo messo a piangere vedendo perdere la Bonino. Ma è la campagna «no Vatican» che risulta la principale spina nel fianco dei radicali: anche ieri, a elezioni ormai passate, è stata trasmessa una vecchia registrazione datata 1997, nella quale il leader della Lega Umberto Bossi esprimeva forti critiche verso la Chiesa cattolica.
Un modo per cercare di sconfessare le azioni dei neo governatori Roberto Cota e Luca Zaia, sul fronte del no alla pillola Ru486. Come quando l’emittente manda in onda antichi interventi parlamentari di Francesco Rutelli, un tempo deputato pannelliano, per evidenziare i cambiamenti avvenuti nel corso di un trentennio di vita politica. Su tutto questo, poi, aleggia il problema di un cambio della guardia alla radio. Ascoltatissima grazie alla rassegna stampa mattutina di Bordin, ma che avrebbe bisogno di un cambiamento, come viene ammesso a bassa voce nello stesso partito. E ora che sono state archiviate le elezioni il tema torna all’ordine del giorno, con la candidatura (mai sparita) alla direzione di Filippo Facci, penna assai gradita all’ormai ottuagenario Giacinto detto Marco e professionista che secondo molti fedelissimi delle battaglie libertarie avrebbe le carte giuste per dare una scossa all’emittente radicale e rilanciarla con numerose novità. Intanto Bordin continua a condurre le conversazioni domenicali con Pannella, con siparietti che a volte ricordano le gag tra Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.
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