Radio Radicale appesa al mille-proroghe

Dalla Rassegna stampa

La "forma" con le banche spesso diventa "sostanza". Così a Radio radicale potrebbe non bastare l`accantonamento di due anni deciso in sede di finanziaria per il contratto in convenzione con il Parlamento per la trasmissione pubblica delle sedute ma rimandato all`ormai famoso decreto "mille proroghe". A cui sono ormai appesi tutti i piccoli editori per il versante che invece riguarda le provvidenze per l`editoria. C`è il sostegno di tutti, da destra e da sinistra, da Brunetta a Bersani, ma manca il passaggio definitivo per assegnare a Radio Radicale i 10 milioni l`anno stanziati per due anni, e senza quei fondi "da gennaio l`emittente non avrà più anticipi dalle banche ed arriverà al capolinea". "Se non si specifica “la causale", dice a `L`opinione` Massimo Bordin, direttore ormai storico dell`emittente in questione, "gli istituti di credito potrebbero non corrispondere gli anticipi". E questo perché sarebbero autorizzati a pensare che quei soldi siano solo una generosa elargizione governativa. E non il corrispettivo da pagare per una prestazione in realtà resa in maniera assai più generosa dei contributo stesso. Perché Radio radicale ovviamente non è soltanto un servizio pubblico che trasmette le sedute della Camera, ma anche, senza alcun supplemento di convenzione, quelle del Csm, per non parlare dei processi penali più importanti del Bel Paese, un archivio da fare invidia a via Arenula e cliccando sul quale su radioradicale.it gli stessi pm possono informarsi in tempo reale in maniera molto più rapida che aspettando (e spesso sperando) che gli arrivino le trascrizioni delle udienze in tempo reale. Ultimamente per le udienze del processo d`appello contro Marcello Dell`Utri (per concorso esterno in associazione mafiosa, reato per cui è stato condannato in primo grado a più di 9 anni di reclusione, ndr), nel quale sono stati sentiti prima il pentito Gaspare Spatuzza e poi i due fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, mezza Italia è rimasta con le orecchie incollate all`emittente di Pannella. Insomma la "causale" invocata da Bordin a chi si accinge a giorni a scrivere questo decreto "mille proroghe" sta (rispetto alle banche) alla convenzione con Radio radicale come il concetto di "diritto soggettivo" a percepire gli emolumenti per l`editoria sta agli organi di partito e alle cooperative. Se un istituto di credito sa di potere lavorare a lungo con un cliente scontandogli cifre importanti i fidi si riattivano in automatico, altrimenti è tutto un altro paio di maniche. E, come hanno avvertito ieri in conferenza stampa tanto Emma Bonino, quanto il segretario dei Radicali italiani Mario Staderini e l`amministratore delegato della radio Paolo Chiarelli (colui che ha preso il posto del leggendario Paolo Vigevano), "a fine novembre i nostri soldi erano già finiti". Per cui è gioco forza rivolgersi entro pochi giorni di nuovo alle banche e sarebbe meglio andarci non solo con un accantonamento di due annualità per la convenzione in oggetto (e se fossero tre sarebbe meglio ancora) ma con la dizione della "causale" per cui lo stato ha ritenuto di erogare questo finanziamento. Cioè la convenzione stessa. Teoricamente, così come per la storia del "diritto soggettivo" nella questione che riguarda i giornali di partito, e d`altronde la stessa Radio per tutto altro versante come organo della lista Bonino-Pannella, questo concetto lo dovrebbe capire anche un ragazzino di sei anni. Ma in Italia quelli che scrivono le leggi (politici o portaborse degli uffici legislativi che siano) spesso hanno un grado di interazione neuronale che può essere persino inferiore a quella dei bambini su citati.

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