"Radicali violenti? No, abbiamo le prove"

Dalla Rassegna stampa

Mi pare che i dirigenti del Pd del Lazio abbiano fatto un gran pasticcio. Ora chi deve decidere
decida. Ma nel rispetto della legge». Alla Casina Valadier per presentare la "lista del presidente",
Emma Bonino torna quasi a malincuore sul tema caldo delle ultime ore, l'esclusione della lista
Pdl. E prima di uscire in terrazza per la foto di gruppo sotto la pioggia aggiunge «solo una frase, sull'accusa di violenza addebitata ai radicali: la respingo con forza, non è vero. Ci sono prove fotografiche, testimonianze. Ma la nostra scelta di nonviolenza non voglio vederla sporcata o messa in dubbio: da qui la decisione della denuncia per calunnia».
«Qui c'è una parte della storia e del futuro dell'Italia», aggiunge parlando del suo listino. Un elenco di 14 nomi per cui la legge «impone la parità fra sessi e la presenza delle province, ma entro questi paletti sono possibili molte opzioni. Noi abbiamo voluto aprire ad altri settori e professionalità, a persone che possano favorire la relazione fra società e
istituzioni. Più facile a dirsi che a farsi, macredo sia una bella squadra, con un progetto, non un duplicato dei partiti». Una squadra che va «dai 27 anni di Vincenzo Iacovissi ai 68 del neuropsichiatra Pier Luigi Scapicchio. Da Latina, col presidente Acli Enzo De Amicis, a Viterbo con lo storico medievista Alfio Cortonesi. Dal giornalismo all'ambientalismo vissuto». E «la cui parte femminile mi soddisfa particolarmente: con Bia (Sarasini) siamo passate insieme lungo trent'anni di storia italiana; poi Marinella (D`Innocenzo), Luigina (Di Liegro). Nessun cambiamento avviene con facilità, ma da loro mi sento ulteriormente rafforzata». Il clima è
di festa malgrado i mal di pancia che ancora agitano il Pd. «Non c'èstata volontà di escludere qualcuno a priori; mi auguro che la scelta della mozione Marino di uscire dagli organi del partito rientri, c'è bisogno di organizzare il lavoro» , prova a mediare il segretario
Mazzoli.
E nel ribadire la scelta di aprire alla società civile, sottolinea che «il vero titolare dell'operazione è stata Emma Bonino». Ma l'amarezza trapela forte nella lettera di Luisa Laurelli ai suoi elettori: «Il mio partito mi ha messo fuori della porta!». L`esclusa mariniana aggiunge: «In questi anni, alla scatola vuota che è il Pd e alla miseria cui è ridotta la politica, ho cercato di contrapporre
etica, coraggio, spirito di servizio» ma «non è stato sufficiente: sono l'unico consigliere
uscente non ricandidato».
 

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