I radicali ripartono dall'autocritica

Dalla Rassegna stampa

 

La Lista Bonino-Pannella, alle ultime consultazioni regionali, ha subito un pesante insuccesso elettorale. Anzi, è stata una sconfitta elettorale e anti-politica. Le regole democratiche sono saltate e l’illegalità ha trionfato, ma i dirigenti Radicali non si sono nascosti dietro a un dito: è stata una sconfitta grave. Il segretario Mario Staderini ha svolto una relazione rigorosa e analitica che mi ha totalmente convinto. Il tesoriere Michele De Lucia ha dato un taglio politico assai puntuale, serio, propositivo. E alla fine, lo scorso week end, il Comitato nazionale di Radicali Italiani ha lanciato un segnale politicamente forte: "rilanciare nel Paese il progetto di riforma americana, liberale, delle istituzioni, come unica vera alternativa riformatrice".
I Radicali guardano avanti e già si scorge l’orizzonte liberale e libertario verso cui ci stiamo dirigendo. Intanto, Rita Bernardini, Valter Vecellio, Giulio Petrilli, Donatella Corleo e molti altri compagni sono impegnati direttamente in una importantissima iniziativa nonviolenta per il rispetto della legalità e delle persone detenute. Dunque, si guarda avanti: a cominciare dalla lotta per la legalità, la giustizia giusta, il rispetto dello "stato di diritto" e per l’accesso democratico agli organi di informazione. Si riparte da qui. E’ questo, infatti, l’impegno politico preso dal Comitato. Nessuno ne parla ma, dopo il risultato ottenuto dalla lista Bonino-Pannella nelle recenti elezioni regionali, nella sede di Torre Argentina, si è finalmente svolta la discussione aperta su una sconfitta che, purtroppo, avevo già previsto da alcuni mesi. E’ stato un momento di chiarezza e di approfondita analisi.
Da segnalare, tra gli altri, l’intervento di Simone Sapienza, che è tornato a riprendere la parola nell’assise radicale dopo un lungo periodo di silenzio. Le sue osservazioni sullo stato di salute della galassia e sulla "narrazione" politica radicale sono state assai critiche eppure costruttive. E l’importante intervento del deputato Maurizio Turco ha rimesso al centro del dibattito radicale quel termine "liberale" che vado rilanciando da mesi. Dunque, si è tornati a parlare di Rosa nel Pugno e di vocaboli come "liberale" o di "metodo liberale". Qualcosa è cambiato e, forse, si va nella direzione da me auspicata. Nella mozione generale, approvata all’unanimità, si legge: "Con riferimento alle elezioni del 28 e 29 marzo 2010, si prende atto della sconfitta della lista Bonino-Pannella per aver fallito l’obiettivo della presentazione delle candidature in tutte le 13 Regioni chiamate alle urne". E’ un incipit importante. Dopo tanti anni di dura militanza politica credo che si sia ormai capito chiaramente che, dai marciapiedi ai teatri off, dai territori provinciali fino alla sede romana di Torre Argentina, quello dei Radicali è il mio luogo di appartenenza, di azione politica e di pensiero.
Non ce ne sono altri. Sono Radicale e qui vivo. Del resto, la mia lealtà è provata, riprovata e comprovata dalla solidità e dalla durata del mio impegno di semplice militante o di candidato o di quel che mi è richiesto di fare. E’ chiaro, dunque, che la mia lealtà nei riguardi dei Radicali, di Marco e di Emma sia a prova di qualsiasi cataclisma. Ma essere leali significa potersi parlare con franchezza e con sincerità. Significa ammettere che la lealtà si esprime sia negli elogi che nelle critiche, nei momenti di gioia e negli errori, nei successi e nelle sconfitte. Come personalmente ho sempre fatto e continuerò a fare dentro i Radicali e nei confronti dei compagni: si trattasse pure di avanzare critiche direttamente a Marco Pannella. Anzi, a cominciare da Pannella. L’ho già fatto e lo rifarò. Perché ritengo che questo sia il modo migliore per offrire la propria reciprocità e amicizia.
E quando vedo o sento Marco Pannella indicare una strada, una possibilità, una traiettoria mi accorgo che i tempi di reazione interni all’area radicale sono, spesso, necessariamente fuori dalla indispensabile sincronia. L’unico modo per essere tempestivi rispetto alle indicazioni di Pannella è quello di anticiparlo, di giocare di anticipo, di prepararsi e attivarsi prima, così da essere pronti al momento giusto, nei tempi utili e nelle urgenze (che non sono "la fretta"). E’ importante che, tra compagni di partito, ci si
dica sempre ciò che si pensa. Infatti, la pesante sconfitta elettorale subita dalla Lista Bonino-Pannella era stata da me paventata a cominciare dall’esito del Congresso di Radicali Italiani a Chianciano, a novembre. Fin da allora, ho cercato di provocare il dramma per evitare latragedia. Ma nessuno mi ha ascoltato. Peccato. Ora, comincia una fase nuova. Lo scenario è aperto, il sipario è strappato e tutto può accadere. I Radicali sembrano ridotti a un lumicino.
Eppure, se si guarda la situazione degli altri partiti e si osservano bene le innumerevoli frizioni in corso, ci si accorge che i Radicali sono più vivi e coesi che mai e sono pronti a giocare, da liberali, un ruolo da protagonisti nell’immediato futuro.

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