Radicali e Legambiente: basta incentivi a chi utilizza ancora combustibili fossili

«Basta incentivi al consumo di risorse ambientali». È questo il tutolo del manifesto varato dai Radicali Italiani in stretta collaborazione con Legambiente, che si prefigge di «persuadere il Parlamento affinché capisca la necessità di dotare il Paese di solide infrastrutture giuridiche in grado di regolare la materia per assicurare principi costituzionali quali la tutela della salute, dell’economia, del lavoro, della progressività del sistema fiscale, dell’equilibro dei conti pubblici e della libera concorrenza» secondo il motto: meno inquini, meno paghi. Fin qui il lingiaggio, perfino un po’ “burocratese”, della petizione – illustrata alla stampa in anteprima proprio a Catanzaro, ieri in municipio – che i vertici del partito e del sodalizio simboleggiata dal cigno verde propongono per eliminare i sussidi offerti dal Governo a chi ricorre a combustibili fossili.
In italia, infatti, si aiutano ancora quanti utilizzano fonti non rinnovabili, a cui tornano dieci miliardi di euro raccolti con le accise sui carburanti. Fondi che i promotori dell’iniziativa legislativa vorrebbero servissero invece ad attenuare il peso del fardello rappresentato dalle tasse pagate da chi garantisce occupazione e , quindi, dalle imprese private. A illustrare l disegno normativo sono stati il vicepresidente e tesoriere dei Radicali Italiani, Michele Governatori e Valerio Federico, il segretario dell’associazione culturale Non Mollare Giuseppe Candido, il numero due di Legambiente Calabria Andrea Dominjanni e il componente ella civica assise del Psi antonio Giglio (ma orgogliosamente appartenente alla galassia radicale). Fra i presenti il dirigente del settore Igiene di Palazzo De Nobili, Antonio Viapiana.
Ha aperto il giro d’interventi Federico: «Vogliamo una riforma fiscale in senso ecologico. È l’obiettivo da noi perseguito in una nazione In cui invece di fare in modo che le varie aziende, anche attraverso la concessione di quattrini, rinnovino ad esempio il parco mezzi , magari acquistando macchine con un livello minimo di emissioni, si favorisce chi consuma il territorio. Basti pensare al banale caso delle concessioni balneari elargite al canone più basso d’Europa». A seguire Governatori: «In questa regione, a Rossano, c’è una centrale elettrica inefficiente e inquinante che però percepisce ancora ingenti contributi pubblici. Così come in Italia accade tuttora che ben 5,7 miliardi di euro vengano fatti risparmiare ai vettori aerei (sotto forma di mancata tassazione), alle ditte di trasporto pesante commerciale, alle compagnie navali e via dicendo. È inaccettabile.»
Dominjanni ha spiegato: «Soprattutto al Sud lo sfruttamento delle cave, l’estrazione degli inerti e il dragaggio dei fiumi sono attività purtroppo contaminate dalla nefasta ingerenza della criminalità organizzata. Eppure non si adottano provvedimenti realmente incisivi. Ma nemmeno si riesce a implementare, per come si dovrebbe, la raccolta differenziata, e ad ammodernare tutti gli impianti di smaltimento dei rifiuti». A chiudere Giglio:«Tutelare il paesaggio non implica costi. Anzi, fa risparmiare. Salvaguardare l’ambiente non “toglie il pane”, può al contrario favorire il lavoro e lo sviluppo e tale legge può costituire una grossa opportunità per il futuro».
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