I radicali dopo le regionali

Dalla Rassegna stampa

 

Le due ottime relazioni iniziali del segretario e del tesoriere hanno aperto, lo scorso fine settimana, ben tre giorni di intenso lavoro da parte del comitato nazionale di Radicali italiani. Si è trattato di un difficile e articolato dibattito, trasmesso per intero da Radio radicale, ma dolosamente snobbato sia dalla stampa che dalla cosiddetta informazione televisiva. I toni più pretenziosi sono stati dismessi, le responsabilità interne sono state ammesse, gli errori sono stati commessi e il dibattito è stato interessante.
Ormai, però, il meccanismo non-democratico e illiberale della telecrazia dominante, unito alla consueta distrazione di alcuni organi di stampa, è divenuto insopportabile. Non tanto per i radicali, che conoscono fin troppo bene la costante conventio ad excludendum riservata loro dal potere partitocratico, ma è divenuto insopportabile per i cittadini, per gli elettori, per le persone comuni. Qui si sta spazzando via la resistenza antropologica di un popolo devastato dagli abusi, dai soprusi, dall’arbitrio e dall’ignoranza di un potere fine a se stesso che perdura ormai da troppo tempo. Siamo giunti al trasformismo più becero e al mascheramento dell’illegalità, delle ingiustizie, dell’oppressione.
I radicali hanno cercato di smascherare queste menzogne, ma evidentemente gli inganni e le omissioni vestono abiti ben confezionati. Il problema è politico perché, almeno stavolta, c’erano tutti i presupposti per un’attenzione specifica da parte dei mass-media nei confronti di un movimento sociale riconosciuto come un indiscusso protagonista della passata campagna elettorale. Tanto più che il comitato si riuniva per individuare le prospettive future dei radicali e per analizzare in profondità l’esito alquanto disastroso della lista Bonino-Pannella nelle ultime consultazioni regionali. Niente.
Per il nulla salito al potere, la storia laica e liberale e socialista e radicale di Marco Pannella e di Emma Bonino non deve esistere, così che la memoria dei cittadini possa essere finalmente cancellata. Perché il vissuto delle persone fa paura al manovratore. Perché è stato deciso che il verosimile debba sovrastare il vero e annebbiare le coscienze, che l’antipolitica berlusconiana e quella antiberlusconiana debbano
vincere sulla politica e, soprattutto, che non ci debba essere spazio per una realtà libertaria, riformatrice e nonviolenta. Insomma, anche quando perdono, i radicali quasi non esistono.
Il risultato elettorale della lista Bonino-Pannella è stato deludente per tutti e, forse, molto al di sotto delle aspettative dei più. Quindi, credo, la riunione del comitato sarebbe stata meritevole di uno spazio precipuo per approfondimenti giornalistici e riflessioni non banali. Anche se, personalmente, non sono rimasto sorpreso delle percentuali di voto ottenute dalla lista. Infatti, e lo dico con rammarico, avevo segnalato fin dal mese di novembre, subito dopo il congresso di Chianciano, il rischio di una pesante sconfitta. È per questa ragione che, per quanto potesse apparire scomodo e controcorrente, ho cercato lealmente di provocare prima il dramma all’interno dei Radicali per evitare, dopo, la tragedia. Ma l’impatto, come avevo previsto, era inevitabile. E l’ho segnalato, lo ammetto, con toni troppo accesi e caratterizzati da alcuni eccessi ed esagerazioni, ma l’ho fatto perché avevo intuito i rischi derivanti, secondo me, da un pericoloso sbandamento rispetto all’analisi politica fortemente liberale e libertaria dell’anno e dei mesi precedenti. Ma questa è e resta una mia opinione, che il risultato elettorale ha forse confermato e che altri continueranno, legittimamente, a non condividere. Di certo, qualcuno non avrà gradito la mia forte drammatizzazione, eppure nasceva da una volontà costruttiva.
È per questa ragione, quindi, che ho ritenuto davvero importanti e serie le relazioni di Mario Staderini e Michele De Lucia, rispettivamente segretario e tesoriere di Radicali italiani, sia quelle ad apertura dei lavori sia nelle successive repliche svolte a conclusione del comitato. Nella mozione generale, approvata all’unanimità, si evidenzia l’elemento nuovo rappresentato dalla segreteria Bersani, «che ha interrotto - si legge testualmente - la tradizionale ostilità e il rifiuto di comunicare con i radicali di quella parte politica». Inoltre, nel testo finale della mozione, si rinnova la volontà di proseguire un «patto di consultazione» elettorale con il Pd. Il comitato ha espresso, tra l’altro, pieno sostegno a Rita Bernardini, Valter Vecellio, Giulio Petrilli, Donatella Corleo, Valeria Centorame, Teresa Schiavone e Lucio Bertè per l’iniziativa nonviolenta condotta per denunciare le condizioni inumane in cui vive la comunità penitenziaria affinché si possa giungere a «una più radicale riforma della giustizia».
A conclusione del dibattito, Matteo Angioli ha ricordato l’importanza «delle iniziative e attività per il rilancio del Partito radicale nonviolento transnazionale e transpartito che terrà il suo consiglio generale a Roma dal 28 al 30 maggio in preparazione del congresso da convocare entro il 2010».

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