Radicali, dopo il congresso una nuova linea

Dalla Rassegna stampa

Si è svolto dal 12 al 15 novembre a Chianciano Terme l'VIII Congresso di Radicali Italiani, emanazione italiana dal 2001 del Partito Radicale transnazionale e nonviolento. I primi 5 anni del movimento erano stati caratterizzati dalla segreteria di Daniele Capezzone. In seguito gli sono successi Rita Bernardini e l'uscente Antonella Casu. Il Congresso annuale del 2009 si caratterizza innanzitutto per la forza del fondale posto dietro al palco di presidenza: un Pannella di fine anni 70 che indica con la mano -come se mimasse una pistola- lo scrittore ed allora deputato radicale Leonardo Sciascia. In mezzo ai due una scritta in rosso "Rivolta!" opportunamente sottotitolata: ghandiana, sociale, politica, morale.

E' significativo il passaggio dal titolo del congresso dell'anno scorso "R-esistenza radicale" passando attraverso "E ora lotta di liberazione dall'infame regime partitocratico", di un altro appuntamento di alcuni mesi addietro, fino all'attuale "Rivolta!". E si parla nel corso del dibattito generale di questa metamorfosi: per molti congressisti il degenerare del sistema partitocratico rende urgente la svolta politica, per altri la rivolta è già in atto a tutti i livelli e si tratta di governarla perché non abbia una deriva violenta. Altri interventi sono improntati alle imminenti elezioni regionali: il primo giorno porta il suo saluto il neosegretario del Pd, Bersani, che parla di volontà di dialogo e riconferma la sua definizione di Radicali come soggetto peculiare e quindi non biodegradabile dentro al Pd. Partecipano anche Bonelli e Boato che da poco hanno assunto la guida dei Verdi e sembrano su posizioni decisamente meno schiacciate verso la sinistra - sinistra rispetto ai loro predecessori. Portano il loro saluto, infine, alcuni socialisti.

Si sviluppa quindi un dibattito di tre giorni intorno ai contenuti e non intorno alle poltrone, tanto è vero che quando si riunisce la direzione nella notte tra sabato e domenica per l'ultima decisiva riunione ancora brancola nel buio su eventuali proposte di candidature alle segreteria, posta la volontà di non ricandidarsi della Casu. Mentre il dibattito generale prosegue fino ad oltre le 3 di notte in plenaria, si susseguono tra i congressisti le indiscrezioni che filtrano dalla direzione ancora in corso sui nomi che man mano vengono paventati per la segreteria che sono i più vari: dal militante locale fino a Pannella in persona. Intorno alle quattro di mattina Pannella molla tutto e se ne va a dormire. Sembra che il nome buono sia quello di Mario Staderini, 37enne avvocato che lavora nell'ambito delle telecomunicazioni, molto caratterizzato su tematiche anticlericali. Al mattino, tuttavia, torna trai papabili anche il nome di Valeria Manieri, 25enne che si contraddistingue per le iniziative in ambito economico. Il rimpallo mattutino tra i due nomi nella speranza di trovare una sintesi si prolunga fino al pomeriggio ma, al momento della presentazione delle candidature, sono ancora entrambe in ballo. E' scontro vero. Pannella, dopo aver sottolineato che ciò che conta davvero sono le iniziative e le lotte, esprime una preferenza per la Manieri. Staderini, sponsorizzato dall'area Associazione Coscioni, non ritira la propria candidatura e vince con ampio margine (77,5% a 22,5%).

Dietro questa sfida per la segreteria c'è invece grande compattezza intorno alla linea politica da adottare per l'anno a venire: la mozione generale è una sola e molto articolata. Viene approvata praticamente all'unanimità, evento non facilissimo in un congresso che non è di delegati ma di iscritti. Il documento, in occasione del V Congresso mondiale dei parlamentari per il Tibet che si tiene a Roma in questi giorni, inizia salutando l'arrivo del Dalai Lama. Sono contenute nel documento poi considerazioni e proposte in tema di partitocrazia, di illegalità, di censura, di sfascio della giustizia con rilancio della proposta di un'amnistia che sostituisca quella strisciante di fatto che avviene tramite le prescrizioni, di degrado della situazione nelle carceri, di "riforma americana" delle istituzioni, di sicurezza, di assistenza ai malati, di tassazione, di età pensionabile e welfare, di messa in sicurezza e riqualificazione del territorio. Si critica la politica compromissoria con il governo Berlusconi che sta cercando di portare Massimo D'Alema alla carica di responsabile della politica estera europea, e che ha già prodotto i suoi effetti negativi con l'indecente accordo fra l'Italia e la Libia di Gheddafi. Si ribadisce infine la disponibilità a dialogare con Pd, Verdi e Socialisti in vista del prossimo appuntamento elettorale.

I Radicali escono da Chianciano ponendosi obiettivi più ambiziosi di quanto abbiano fatto con le mozioni di chiusura degli ultimi congressi. Dalla "r-esistenza" alla "rivolta" nei fatti, oltre che nelle parole, a quanto pare.

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