i Radicali diventano imbavagliatori

Dalla Rassegna stampa

Sapete cos'è l'eterogenesi dei fini? È una espressione sociologica-filosofica, coniata, credo, da Giovanbattista Vico all'inizio del '700, che definisce quel paradossale comportamento umano che produce effetti del tutto contrari alla volontà del protagonista. Per esempio soffocare una persona col troppo amore e cose simili. Mi sembra che nelle ultime settimane i radicali abbiano voluto dare prova evidente di come l'eterogenesi dei fini possa realizzarsi in politica. Qualche esempio. Primo, il caso Polverini. I radicali sono maniaci del pieno rispetto delle regole. Negano la possibilità di distinguere tra sostanza e forma. E così, di fronte ad alcune irregolarità tecniche nella presentazione di una lista elettorale, non hanno dubbi sulla necessità di cancellare quella lista. Perciò ora si rischia di andare al voto, in una competizione fortemente bipolare, all'americana (la legge elettorale delle regionali è quella più americana e maggioritaria che si conosca) in modo del tutto sbilenco, con uno dei due poli assente dalla gara. Eppure i radicali, da almeno 30 anni vanno dicendo che l'unica forma moderna di democrazia è quella bipolare, maggioritaria, nella quale gli elettori sono chiamati a scegliere tra due ipotesi di governo diverse, chiare e così ben definite da essere rappresentate da una persona sola, cioè dal candidato.
Secondo esempio. I talk show. I radicali, da sempre, si battono perchè in tv ci sia un'informazione politica completa e aperta a tutti. Senza censure. Tante volte, già negli anni 70, i leader del partito hanno inscenato forme clamorose di protesta contro la Rai e contro i partiti che comandano in Rai, come i famosi imbavagliamenti di Pannella o i lunghi scioperi della fame. Stavolta una proposta di regolamento della campagna elettorale in tv, presentato da un esponente radicale, ha provocato la decisione di cancellare tutti i talk show, cioè, in sostanza, di abolire la libera informazione politica alla vigilia del voto.
Terzo esempio. Il nuovo amore sbocciato tra radicali e "popolo viola". Diciamo che il "popolo viola" è l`ultimo erede della vecchia tradizione giustizialista - più o meno moderata - della sinistra italiana. Che aveva portato, in passato, a scontri epici ed eroici tra i radicali e una parte del Pci. Vi ricordate come si avvelenò il rapporto tra i due partiti, all'inizio degli anni 80, prima col caso Tortora e poi col caso Toni Negri? Come vi spiegate, allora, la presenza dei radicali, e di Emma Bonino, alla manifestazione dei "viola", sabato scorso, a piazza del Popolo, con quei ritratti di Berlusconi vestito da galeotto, con la palla al piede e il piccone dei lavori forzati e la scritta "I Have a dream..."?
La spiegazione è solo in quella geniale intuizione di Vico. L'eterogenesi dei fini. L'eterogenesi dei fini non dipende mai da un errore. È un avvenimento logico e che si realizza con lucidità e consapevolezza. Da cosa nasce? Dall'idea - antimachiavellica - che il mezzo è molto più importante del fine, che la forma prevale sulla sostanza e la determina. Che il risultato di una azione politica sia del tutto secondario rispetto all'azione stessa. Cioè dall'idea che la "scelta" sia determinata da un principio e non dalle conseguenze della scelta. E come tale va giudicata. È l'opposto della realpolitik e del vecchio materialismo marxista e anche democristiano.
Mi ricordo che al Pci la scuola di politica consisteva fondamentalmente nell'insegnare a ciascuno che l'elemento fondamentale della politica è sapere considerare il contesto di ogni singola azione e valutarne ogni conseguenza. Restando dentro un quadro ideale, ma subordinando le azioni politiche al reale e non all'ideale. Se allearsi con gli avversari può essere utile ai lavoratori, ci si allea con gli avversari. Su questa base, negli anni 50, il Pci formò in Sicilia una giunta regionale insieme ai fascisti, mandando all'opposizione la Dc e gli agrari. Il fine, appunto, giustifica i mezzi.
Ecco, i radicali rovesciano questo schema: i mezzi giustificano il fine. Se i mezzi sono buoni poco importa il risultato. Ed è esattamente quello che sta succedendo in questi giorni. Il bello è
che, con un doppio salto mortale della logica e della storia, tutto ciò potrebbe concludersi con l'elezione di Emma Bonino a governatrice del Lazio. E non sono affatto sicuro che il Partito radicale sia contento. Il Partito radicale, come quasi sempre gli accade, non cerca vittorie ma gloriose sconfitte. Il massimo dell'eterogenesi dei fini: L'eterogenesi dell'eterogenesi. La vittoria
non voluta.

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