I radicali di nuovo all'assalto di Formigoni

Firme "tarocche" per le liste elettorali alle scorse regionali. In Lombardia riesplode lo scontro, con i Radicali che accusano e il governatore Roberto Formigoni che replica: «E la solita iniziativa propagandistica dei radicali, ai quali non intendo fornire alcuna eco. Facciano la querela che hanno minacciato e risponderemo in quella sede. Le loro affermazioni sono del tutto false, offensive e infondate. Gli elettori si sono pronunciati chiaramente, dando la vittoria a me e alla mia coalizione e nessuno riuscirà a rovesciare la loro volontà».
Ma a gettare benzina sul fuoco di una polemica ormai sopita da tempo, ci si mette anche il Partito democratico lombardo, che in serata con il consigliere regionale Giuseppe Civati ha detto: «La denuncia dei Radicali è da tenere in grande considerazione e speriamo che la magistratura faccia luce al più presto. Quello che è sicuro è che in base alla legge Formigoni non si sarebbe potuto ricandidare per la terza volta consecutiva».
Secondo i Radicali sarebbero infatti 373, le firme false a sostegno della lista di Formigoni "Per la Lombardia" alle scorse regionali. «Formigoni ha detto il falso e ora si deve dimettere. Bisogna rifare le elezioni», ha denunciato Marco Cappato, che ieri in una conferenza stampa in uno studio legale milanese ha reso noto il risultato di una perizia grafica affidata dal suo partito a un esperto. «Nei moduli che abbiamo potuto vedere in questi giorni perla prima volta - ha spiegato ancora l'esponente radicale - abbiamo trovato che almeno 373 firme sono false, contrariamente a quanto aveva dichiarato Formigoni. È una stima molto prudente perché il controllo è ancora in corso». Secondo Cappato «le elezioni sono quindi da rifare. E visto che Formigoni, oltre a non essersi rivolto a personaggi particolarmente credibili per ricevere aiuto sulla questione delle liste, ci ha accusato di aver mentito e di aver manomesso i suoi moduli, ora dovrebbe dimettersi». Cappato ha fatto esplicito riferimento alle intercettazioni telefoniche relative all'inchiesta sulla cosiddetta P3 e al presunto interessamento del presidente della Corte d'appello di Milano, Alfonso Marra.
I radicali hanno promesso una nuova denuncia. E Emma Bonino ha invitato Formigoni a non usare toni da «lesa maestà» Intanto il Tar lombardo ha tenuto, sempre ieri, un'udienza per decidere su altri due ricorsi presentati sempre dalla Lista Bonino-Pannella. I giudici del tribunale amministrativo decideranno oggi se accogliere i ricorsi nei quali i radicali hanno chiesto di far decadere dalla carica tutti i consigliere regionali lombardi eletti nelle elezioni del marzo scorso e l'annullamento dei provvedimenti che avevano ammesso alle elezioni la lista "Per la Lombardia di Formigoni".
© 2010 Avvenire. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU