I radicali denunciano Formigoni "Firme false, abbiamo le prove"

Denuncia per falso. La presenteranno i radicali contro Roberto Formigoni: «Almeno 374 delle 3628 firme che sono state raccolte a sostegno della sua lista alle ultime elezioni regionali sono false. Un numero sufficiente per rendere illegali le ultime elezioni regionali in Lombardia». Parola di Marco Cappato, che a nome del movimento di Marco Pannella ed Emma Bonino ha annunciato ieri che il suo partito ricorrerà di nuovo alle vie legali - penali e civili - contro il governatore. «Abbiamo affidato una perizia a un esperto calligrafo riconosciuto dal tribunale - spiega l'esponente radicale - e dalle verifiche svolte finora è emerso che quelle firme sono false. Nel senso che sono state tracciate dalle stesse mani, a gruppi di tre o di cinque. A volte addirittura di dieci, in un caso di venticinque. In questi moduli, che abbiamo potuto vedere per la prima volta in questi giorni dato che il Tar ci aveva escluso dalle elezioni, abbiamo riscontratola grave novità. Si tratta di un risultato assolutamente parziale e prudente, non abbiamo preso in considerazione le firme dubbie».
La prova, afferma Cappato, che Formigoni «ha detto il falso in tutte le sue dichiarazioni pubbliche. Non poteva non sapere che qualcuno aveva raccolto firme fasulle a sostegno della sua lista. Si deve dimettere, e si devono rifare le elezioni. I lombardi hanno diritto a un voto legale».
Ma c'è di più. Secondo i radicali, molte firme sarebbero state autenticate su moduli in bianco ben prima del termine del 25 febbraio, quando le liste furono in realtà presentate all'ultimo momento. L'annuncio arriva alla vigilia della decisione del Tar lombardo, attesa per oggi, sulla richiesta di far decadere tutti i consiglieri regionali eletti nel marzo scorso. «Formigoni, oltre a non essersi rivolto a personaggi particolarmente credibili per ricevere aiuto sulla questione delle sue liste - insiste Cappato - ci ha accusato di aver mentito e di aver manomesso i suoi moduli». Il riferimento è alle intercettazioni telefoniche relative all'inchiesta sulla cosiddetta P3 e al presunto "interessamento" del presidente della Corte d'Appello Alfonso Marra.
Immediata e durissima la replica di Formigoni: «E la solita iniziativa propagandistica dei radicali ai quali non intendo fornire alcuna eco - ribatte il governatore Facciano la querela che hanno minacciato, risponderemo in quella sede. Le loro affermazioni sono del tutto false, offensive e infondate. Gli elettori si sono pronunciati chiaramente, dando la vittoria a me a alla mia coalizione, e nessuno riuscirà a rovesciare la loro volontà». Solidarietà a Formigoni arriva anche dal capogruppo del Pdl in Regione, Paolo Valentini: «Di questa vicenda si è già occupata la magistratura che ha deciso l'archiviazione: non vedo comunque cosa c'entri Formigoni».
Difende il governatore anche il presidente della Provincia Guido Podestà: «Dietro l'iniziativa dei radicali - precisa - c'è il solito polverone della sinistra perdente». Insorge, invece, l'opposizione di centrosinistra. «La denuncia dei radicali è da tenere in grande considerazione, speriamo che la magistratura faccia luce al più presto - attacca il consigliere regionale del Pd Giuseppe Civati Quello che è sicuro è che, in base alla legge, Formigoni non si sarebbe potuto ricandidare per la quarta volta consecutiva. Quello che contribuisce a rendere torbida tutta la vicenda legata all'esclusione del listino del presidente alla vigilia delle scorse elezioni regionali, poi riammesso a pochi giorni dal voto, è stato il pressing, tra mozzarelle e passeggiate, che Formigoni avrebbe esercitato nei confronti del presidente della Corte d'Appello. Se venisse confermato il falso ci troveremmo di fronte a un caso veramente grave». Nel frattempo, oggi è attesa la decisione del Tar della Lombardia su un precedente ricorso dei radicali che chiede la decadenza di tutti i consiglieri regionali.
© 2010 La Repubblica - ed. Milano. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU