I radicali: alla Camera 13 anni di affitti sospetti

Dalla Rassegna stampa

 

Negli ultimi 13 anni la Camera ha pagato alla società «Mi90» 586 milioni di euro in affitti e servizi a trattativa privata, senza che sia mai stata fatta una gara d'appalto. È questa la denuncia fatta dai radicali in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Marco Pannella e Mario Staderini, segretario dei radicali italiani. Il dossier sui «costi esorbitanti del Palazzo» ha il titolo «Amici miei». Il tutto è stato predisposto e messo on line sui siti radicali grazie alla caparbietà di Rita Bernardini che da due anni chiede la pubblicità di tutti i contratti stipulati dall'amministrazione di Montecitorio e ha riconosciuto a Fini il merito di aver sbloccato la situazione accogliendo la sua richiesta di trasparenza.
La «Mi90», dietro la quale ci sarebbe, come affermano i radicali in un comunicato, l'imprenditore romano Sergio Scarpellini, ha cominciato ad affittare alla Camera il complesso di Palazzo Marini e il palazzo di via Poli fin dal 1997 per un importo di 12 miliardi di lire l'anno per una durata di 9 anni rinnovabili per altri 9. I lavori di ristrutturazione sono stati fatti a spese della società che ha usato i fondi della Camera, la quale per il primo anno ha pagato il canone senza usare l'immobile. L'amministrazione si è inoltre assunta la responsabilità del cambio di destinazione d'uso. Rita Bernardini ha spiegato che alla stessa società sono stati poi assegnati vari servizi relativi a pulizie, sicurezza e ristorazione, «sempre con crescenti vantaggi economici per la »Mi90«.
Sul video della sala del Mappamondo, i radicali hanno proiettato un quadro sinottico che riassume quali sono stati i deputati questori che hanno avallato questi contratti nelle ultime 4 legislature, sotto le presidenze di Luciano Violante, Pierferdinado Casini, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini. Bernardini ha annunciato che trasmetterà il dossier alla Procura perché indaghi se sono stati commessi reati.
«Si tratta - dice Pannella - di fatti sempre più eloquenti nel regime della partitocrazia italiana. I partiti assomigliano sempre più ad associazioni a delinquere le cui amministrazioni custodiscono segreti indicibili. Con questa vicenda si apre una nuova fase di lotta radicale contro un regime più infame e costoso di quello del Ventennio fascista».

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