Quirico e padre Dall'Oglio Bonino: «Cauto ottimismo»

Dalla Rassegna stampa

ROMA - «Non ci diamo per vinti, non ci diamo per persi», assicura il ministro degli Esteri, Emma Bonino, subito dopo aver comunicato che padre Paolo Dall’Oglio «è stato sequestrato da un gruppo islamico siriano, una versione locale di Al Qaeda, con un nome diverso». Il gesuita, che da decenni vive in Siria ed era scomparso il 28 luglio, sarebbe stato dunque rapito dagli esponenti di Stato islamico Siria-Iraq, ha spiegato la Bonino, prima in una intervista a Unomattina e poi al termine della riunione ministeriale italo-russa in cui il conflitto siriano è stato uno dei temi principali affrontati con il collega Sergei Lavrov e i rispettivi ministri della Difesa Mario Mauro e Sergei Shoygu. Padre Dall’Oglio, fondatore della comunità al-Khalil, che si trova a circa 8o chilometri a nord di Damasco e dove spesso pregano insieme persone appartenenti a entrambe le religioni, era stato espulso dalla Siria un anno fa, per avere assunto posizioni anti-regime. Rientrato nel Paese, evidentemente era preoccupato per la propria incolumità visto che, come ha riferito la responsabile della Farnesina, aveva lasciato detto: «Se non torno entro 72 ore, preoccupatevi». Le ore sono passate «ma ce ne stiamo occupando, anche se un po’ al buio», ha ammesso la Bonino. Il problema principale è che «non abbiamo dettagli e non sappiamo con chi stava trattando». Secondo alcune voci, il padre gesuita era tornato proprio per negoziare a sua volta la liberazione di una troupe televisiva. Nonostante le difficoltà della situazione, ribadisce di essere «fiduciosa». Così come si è detta «spe- ranzosa» per la sorte di Domenico Quirico, l’inviato del quotidiano La Stampa, scomparso in Siria dal 9 aprile e di cui si sono avute da allora pochissime notizie. L’ultima traccia è la telefonata alla moglie del 6 giugno.

«Non ci diamo per persi, continuiamo a cercare» ha sottolineato Emma Bonino, mostrando un cauto ottimismo. Nell’intervista a Unomattina si è rivolta direttamente a Quirico e alla sua famiglia. «Ci sono altri contatti, con diversi canali, che si interrompono e riprendono», ha aggiunto. E proprio il rapimento di padre Dall’Oglio e la scomparsa del giornalista - oltre al bilancio di 100 mila morti e di milioni di profughi e sfollati - spingono il nostro ministro a dire che «non c’è nessuna alternativa di natura militare in campo» e a rilanciare la conferenza Ginevra 2. «Stiamo lavorando affinché l’opposizione siriana, che ha mostrato in questi anni fragilità e disunione, trovi una rappresentatività che gli consenta di esserci come interlocutore vero». E nell’occasione la Bonino è tornata anche a parlare della vicenda dei due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. «Con cocciutaggine radicale, con determinazione, con pazienza, con un po’ di sano realismo, secondo me ce la facciamo a riportarli in Italia», ha spiegato. «Siamo nella fase finale della nuova inchiesta. I nostri due ragazzi si stanno comportando in modo molto dignitoso».

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