Questa puzza di ferro

Come quando, usciti di casa, capita di avvertire improvvisamente che l'aria ha un pessimo odore di ferro, così in questi giorni ci siamo accorti di uno strano silenzio pur nel frastuono quotidiano dei media. Un vuoto assoluto, pesante come il ferro. Quale parola, se non "censura" per definire il ruolo del servizio pubblico a proposito dell'informazione sui referendum? I quattro quesiti sono ancora vivi e vegeti, nonostante i tentativi del governo di eliminarne due (l'acqua e il nucleare). Eppure i cittadini non ne sanno nulla. Nessuna notizia, nessuna tribuna elettorale, nessun dibattito nei canali radiotelevisivi pubblici. Da un mese doveva scattare l'informazione, lo dice la legge. Ma la Commissione di Vigilanza Rai che doveva approvare il regolamento sulla comunicazione elettorale non si è mossa. Molti i giochetti strani utilizzati per bloccare tutto, come far mancare il numero legale. E nonostante la mobilitazione di tanti.
"I referendum sono inutili, non andate a votare! ". Questo, al contrario, è il messaggio che l'armata mediatica del centrodestra fa passare da settimane. La parola censura, certo, è pesante. Ma come altro chiamare la liberatoria che gli artisti del concertone del 1° maggio hanno dovuto firmare, nella quale dichiaravano che non avrebbero parlato davanti a milioni di telespettatori di elezioni e referendum? E che dire poi di facebook che cancella alcune pagine di inviti a votare quattro sì il 12 e 13 giugno?
I referendum fanno paura. E non solo per il destino giudiziario del presidente del Consiglio, visto che uno dei quesiti è sul legittimo impedimento. Come ha rilevato giustamente il segretario dei Verdi Angelo Bonelli a Radio Radicale, dietro i referendum gli interessi in gioco sono molti: tra industrie legate al nucleare e privatizzazione dell'acqua, si parla di 100 miliardi di euro. Il fallimento dei referendum questa volta significherebbe ancor di più che la legge del più forte, del padrone e anche dell'impunito, vince sempre. E invece no. Non soltanto non è vero ma non è neanche obbligatorio. Bisogna reagire, veloci e uniti, e spazzare via quest'aria che puzza di ferro.
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