Quesiti comunali: boom a Milano a Gorizia invece fanno flop

Oltre ai referendum abrogativi nazionali, erano 8 quelli consultivi organizzati in ambito comunale da comitati di area verde o radicale: 5 - inerenti le tematiche ambientali - a Milano e 3 - inerenti le modalità di proposta di referendum - a Gorizia. Nel capoluogo lombardo è stato un trionfo: i referendum sono passati con largo margine (ben oltre il quorum del 30% richiesto per la validità). Alle 22 di domenica aveva votato già quasi il 38% degli aventi diritto; l'affluenza definitiva è stata del 48,99% per il primo quesito (Ecopass, proposto peraltro dall'ex assessore alla Mobilità della giunta Moratti, Edoardo Croci) e del 49,07% per verde, parco Expo, risparmio energetico e Navigli. Sono invece falliti i tre referendum comunali (tutti di iniziativa radicale), a Gorizia, sull'istituzione della Delibera di iniziativa popolare", l'abolizione del quorum per i referendum consultivi comunali e la modifica della costituzione del Comitato dei garanti. E anche se l'associazione Trasparenza è partecipazione, che ha promosso la consultazione, accusa il Comune di aver concesso soltanto la giornata di domenica per il voto, la verità è che per la maggioranza dei goriziani i temi non sembra siano risultati particolarmente interessanti, se è vero che l'affluenza ai seggi è stata soltanto del 24,89% degli aventi diritto, contrariamente a quanto avvenuto per i referendum nazionali . Un dato interessante, soprattutto se riferito alle "bagarre" giudiziarie che in città avevano preceduto il voto, prima fra tutte quella sul quarto quesito proposto dai referendari (e poi escluso dal comitato dei garanti) in cui era previsto che i cittadini esprimessero la propria volontà in merito all'istituzione di un registro comunale dei testamenti biologici. In campo per il quesito, lo scorso gennaio, era sceso anche il vicepresidente del Senato, Emma Bonino.
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