Quelle due guardie in carcere: "Non picchiare qui il detenuto"

Dalla Rassegna stampa

Un cd audio in busta chiusa recapitata per posta a due redazioni giornalistiche di Teramo. All`interno una lettera scritta in un italiano sgrammaticato da un anonimo che si dichiara un detenuto, stanco delle vessazioni all`interno del carcere di Castrogno. L`audio è sconvolgente. Una conversazione catturata probabilmente con un cellulare dalla quale emergerebbero pestaggi avvenuti proprio all`interno del penitenziario teramano. «Abbiamo rischiato la rivolta in sezione... C`è stato il negro che ha visto tutto... Il detenuto si massacra sotto, non in sezione». Un dialogo concitato tra una persona che spiega come si fa e un`altra che, invece, dice che lui non c`era. La Procura di Teramo ha già da qualche giorno acquisito il cd audio e aperto ufficialmente un`inchiesta. Ieri, durante la visita al carcere del deputato dei Radicali Rita Bernardini e del segretario generale della Uil pubblica amministrazione penitenziari Eugenio Sarno, un comandante in servizio a Castrogno ha ammesso che quella voce registrata sul cd è sua. «Sì. lo ha ammesso - conferma Sarno -  E` un linguaggio da caserma che si utilizza durante le aggressioni. Quelle parole sono state dette quando un detenuto ha dato in escandescenze. Non dimentichiamo che a Castrogno si sono verificate undici aggressioni, durante le quali quattordici agenti sono rimasti feriti. Il nostro sta diventando un sistema penitenziario che trasforma il lavoro in tortura e la pena in supplizio. E` ora che il ministro Alfano dismetta questo silenzio offensivo». Si tratta di «parole gravissime» quelle incise sul ed per la Bernardini. che tuttavia sostiene che «il punto principale, a Teramo, è che in questo carcere si marcisce nelle celle. «Non ho riscontato alcun segno di violenza. Ho parlato con moltissimi detenuti e nessuno ha fatto accenno a pestaggi da parte degli agenti penitenziari». Il comandante identificato sembra fosse mosso dalla rabbia quando parlava con il collega e, per questo, avrebbe usato «termini forti», come lui stesso ha dichiarato. «In realtà c`era stato solo un richiamo degli agenti ai detenuti, dopo un`aggressione di questi alle guardie», ha continuato il deputato dei Radicali. Sia la Bernardini che Sarno, ieri, hanno verificato che non ci sono a Teramo detenuti refertati, tranne nei casi di aggressioni denunciate. La Procura, comunque, ha disposto ulteriori indagini. Mentre il coordinatore nazionale della Fgci, Flavio Arzarello, ha chiesto che il ministro Alfano ascolti il cd audio di Castrogno sul presunto pestaggio ai danni di un detenuto «quasi fosse una "prassi"», prima di riferire in Senato sulla morte di Stefano Cucchi. Ma in tutta questa vicenda c`è dell`altro. Ci sono condizioni disastrose. Celle troppo piccole e umide. Pavimenti in cemento, senza mattonelle. Detenuti che possono fare la doccia solo tre volte a settimana e che in inverno la evitano per il troppo freddo. Una struttura che ospita detenuti con malattie mentali, e non potrebbe. Per non parlare della presenza di 400 detenuti anziché dei 250 previsti. Con un solo agente per sezione che deve sorvegliare nei turni notturni anche più di cento detenuti. E a tutto questo bisogna aggiungere le lotte intestine tra gli stessi agenti, tra i quali, ed è l`unica ipotesi plausibile, si nasconde l`autore del cd. come conferma la Bernardini, che poi avverte: «Castrogno è ormai una bomba. Speriamo che la miccia non si accenda».

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