Quella lettura sbagliata di Alfano

Caro Direttore, il ministro della Giustizia Alfano, in una conferenza stampa a Palermo, ha detto che se l`attuale maggioranza non ha più i numeri (anche politici) per governare bisogna subito indire le elezioni. E ha affermato che la formazione di un altro governo, con una maggioranza diversa dall`attuale, violerebbe la Costituzione: ha richiamato l`articolo primo della Carta. Non so se qualcuno dei presenti ha fatto delle domande, anche perché il ministro Maroni, presente e parlante, ha condiviso la tesi del suo collega. Cosa dice l`articolo i della Costituzione? Leggiamolo: «L`Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Infatti la Costituzione definisce quali sono le forme (il Parlamento) e i limiti entro cui quella sovranità viene esercitata (le Camere fanno le leggi, ma le promulga il Capo dello Stato e la Corte Costituzionale, se chiamata in causa, decide sulla costituzionalità delle leggi). L`art. 67 dice: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». E l`art. 88 recita: «Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro presidenti, sciogliere le Camere o anche una di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi mesi del suo mandato». Che il ministro della Giustizia (e un suo collega) non sappia, o faccia finta di non sapere, come la Costituzione regoli l`esercizio della sovranità popolare, è un segno dei tempi. E` chiaro, quindi, che se in Parlamento il governo Berlusconi non ha più una maggioranza, il Capo dello Stato ne prenderà atto e verificherà se ci sono le condizioni numeriche e politiche per fare un nuovo governo (i parlamentari, come abbiamo visto, non hanno vincolo di mandato). Fatte queste osservazioni elementari, non penso che sia facile che questo Parlamento sia in grado di esprimere un governo e una maggioranza in grado di completare la legislatura o, come hanno detto D`Alema e Fassino, realizzare un programma, anche minimo, per l`economia, il lavoro e altro. Anzi non lo credo. Quel che è possibile fare, è un governo con un mandato limitato: cambiare l`attuale vergognosa legge elettorale che consente alla lista che consegue la maggioranza relativa (anche meno del 30%) di ottenere una larga maggioranza assoluta e ai capipartito di nominare i parlamentari. Occorre, quindi, fare una legge elettorale, possibilmente condivisa, e regole più oneste per la campagna elettorale. Se il Pdl e la Lega vogliono votare con una legge, che loro stessi hanno definito una «porcata», farebbero un` enorme porcata.. Spero che fra i parlamentari del centrodestra siano in tanti a chiedere di essere eletti e non nominati da un padre-padrone, chiunque esso sia, a cui si deve riconoscimento per quella nomina
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