Quel volto ferito e il dialogo su Facebook

Estraggo dalle pagine di Facebook di cui sono titolare alcuni interventi del famoso 13 dicembre.
Titolare: Qualcuno ha commentato l´aggressione a Berlusconi dicendo: «Siamo contro la violenza ma...». No. L´unico commento degno è: Siamo contro la violenza. E niente ma.
Mirna: E soprattutto... ora ne facciamo un martire.
Caterina: Ma per voi esiste solo la violenza fisica? e quella psicologica, mediatica e politica che subiamo tutti i giorni dal berlusca & co.? io dico «bravo, l´hai fatto anche per me!».
Titolare: Senza la differenza tra parole e atti non ci sarebbe l´habeas corpus. Senza l´habeas corpus non c´è civiltà né convivenza.
Giuseppe: A me berlusca sta sul c... ma nella foto si vede un anziano con la faccia piena di sangue...
Alessandra F.: La notizia me l´ha data mio figlio, 8 anni, e ha detto, testuali parole, «Berlusconi non dico che sia bravo, però non c´è bisogno di dare pugni».
Giovanni: Sai tra discorsi fuori onda, predellino, e attacco continuo ai magistrati, mi riesce difficile non pensare a un colpo di mano. Una montatura mediatica...
Titolare: Vorrei dire a chi arriva a sospettare una manipolazione (!) che se qualcuno mi aggredisse non esiterei a mostrarmi sanguinante.
Nina: Hai ragione ma... era ora che qualcuno levasse il sorriso dalla sua faccia!
Varii: Però che mira!
Varii: Chi semina vento raccoglie tempesta...
Alberto: E la tempesta sta arrivando! Per qualcuno è più grave il gesto di un esasperato del florilegio di insulti che il capo del governo ha dispensato a chiunque abbia osato contraddirlo... Stiamo andando verso lo scontro e il primo responsabile è Berlusconi.
Roberto: Quel po´ di sangue sulla faccia di un uomo cattivo e impunito. Pensavo tra le altre cose al fiume di sangue (tante ragazze) al G8 di Genova. A loro quel sangue non ha dato fastidio.
Serena: Berlusconi si è lasciato disumanizzare: l´altra faccia della medaglia del delirio di grandezza. Corrisponde alla sua immagine, che è vincente perché è la più replicata. Quel gesto ha infranto la sua immagine, e di ciò non c´era che da esultare. Quanto all´uomo...
Titolare: È una debolezza morale cedere al compiacimento per la faccia sanguinante di chiunque. È una sciocchezza deplorare un atto violento e inconsulto per i suoi effetti politici – «farà il gioco di Berlusconi», eccetera – prima che per la sua inconsulta violenza. È un disastro dare un pugno a un´effigie e rompere i denti a un uomo.
Daniele: Allora che ne pensi della lotta partigiana? Sbagliavano i nostri nonni?
Lucio: L´aggressore è uno squilibrato. Pietà per lui. Identificarsi nel suo gesto, paragonarlo alla lotta partigiana non fa bene alla lotta partigiana ed è umanamente tristissimo.
Daniele: Io al contrario di te penso che i «se e i ma» sono fondamentali per comprendere le persone e le cose che succedono.
Titolare: Non ho mai usato la formuletta «senza se e senza ma», al contrario, l´ho criticata come un´abdicazione all´intelligenza e al piacere del dubbio. Ho detto che ripudio un´aggressione violenta a Berlusconi. E per farlo non ho bisogno di ribadire la mia strenua opposizione a Berlusconi: anzi, ho bisogno di non ribadirla. Di non dire: ma...
Mao: E se la lettura dell´episodio fosse solo questa? Milano. Un uomo di mezza età, con disagio psichico, aggredisce un anziano con disturbo della personalità. Del fatto se ne occupa il servizio di igiene mentale del capoluogo lombardo.
Piero: Purtroppo la prepotenza e la malafede dimostrate da B stesso, dai suoi alleati e dai responsabili dei suoi media è atta ad accendere sentimenti di odio in coloro che vedono il loro paese sottoposto a un lento saccheggio e a un terribile imbarbarimento morale. Certo, in questo anche devono mostrarsi diversi dai loro avversari, nel fatto che nonostante tutto li rispettano. Però non sono di ferro, e l´odio gli può succedere di provarlo.
Titolare: Lettera di Tartaglia a Berlusconi: «Il mio atto superficiale, vigliacco e inconsulto». Povero Tartaglia. Poveri fan di Tartaglia. Poveri noi.
Alessandra T.: Poveri noi, però, anche se non possiamo permetterci di dire che l´Italia voluta da Berlusconi è un´Italia urlata, divisa, aggressiva, vogliosa di rivalse, razzista e intollerante. È l´Italia di Bossi che ce l´ha duro, che chiede la secessione, che minaccia di armare i padani, l´Italia di un premier che ha esasperato la personalizzazione e ha gridato al comunista, si sente impunito e impunibile, l´Italia di un sottosegretario che parla con violenza inaudita di un povero ragazzo fatto morire come una bestia, l´Italia in cui il cittadino Englaro viene vessato da un intero governo mentre cerca di attuare quanto un tribunale gli ha consentito di fare. Poveri noi, avviliti di dover tornare a replicare con voce forte su alcune cose che, poveri noi, ci eravamo illusi che fossero patrimonio comune.
Titolare: Cose da fare: 1. Solidarizzare con B. che ha subito un´aggressione. 2. Avere pena dell´aggressore. 3. Spiegare, senza ricorrere all´abusata categoria dell´ideologia, l´odio per B., che non è ideologico. Rinunciare dunque alla decalcomania degli anni ´70. 4. Impiegare il modo in cui si sono commemorati gli anni ´70, cioè il 12 dicembre del 1969, per spiegare gli anni 2010, cioè il 13 dicembre del 2009. 5. E poi riprendere il discorso, da dove eravamo arrivati, ricordandoci del principio di precauzione.
Patrizia: Scrivere su un pezzo di carta «cosa abbiamo provato» un attimo dopo aver ricevuto la notizia. Conservare con cura lo scritto.
Titolare: Non ho difficoltà a dire in pubblico – non in un pezzo di carta messo da parte – che cosa ho provato: dispiacere e turbamento. Penso che la vita pubblica sia compromessa dall´invadenza di una figura come quella di B. – e, peggiore di lui, della sua corte – che non fa che occuparsi dei propri personali interessi, patrimonio e vanità, e ignora tutto ciò che mi sta a cuore, gente che ha fame, gente che lotta per la libertà, gente insultata per nascita. Ma B. sta lì perché gli italiani l´hanno votato e perché i suoi avversari hanno fatto una pessima figura. Conto, con molto scetticismo, che gli italiani non lo votino più e i suoi avversari sappiano essere più intelligenti e dignitosi. Ridetto questo sto dalla parte di una faccia rotta. Diventa il mio prossimo. Ho visto tante facce fratturate e sfregiate, spesso appartenevano a «infami» e «pedofili» e alle peggiori categorie di disgraziati, e mi sarei vergognato se non mi fossi buttato nella mischia a proteggerli. B. non è «un infame» o «un pedofilo», è oggi il capo del governo italiano, secondo le regole vigenti: considero cattive le regole, ma devo rispettarne il risultato, salvo riuscire a cambiare le regole o rovesciare il risultato.
Beatrice: Io onestamente d´impatto mi son fatta una ricca risata... non riesco a provare pietà per chi difende solo se stesso e calpesta i diritti altrui. Cosa pensi avrà provato il cassaintegrato umiliato, il clandestino che non sa dove sbattere la testa?
Titolare: Sei sincera, anch´io. Vorrei metterti in guardia dall´uso facile di termini di paragone. Il clandestino di cui parli si sarebbe forse buttato nella mischia per proteggere B. da un´aggressione. È successo tante volte. Dopo al clandestino generoso hanno chiesto le generalità e l´hanno accompagnato a un Cie. Ma preferirei essere lui che i suoi accompagnatori. Farò, a te e a tutti, una domanda. Passate da una strada e c´è B. che ha avuto un incidente e ha bisogno di soccorso. Che cosa fate? (P. S. Non rispondetemi davvero: rispondete a voi stessi. Sarei imbarazzato a leggere qui risposte che ostentino il piacere di vedere B. sull´asfalto e procedere con un allegro colpo di clacson. Auguro a ciascuno di noi di rispondersi com´è normale: mi fermo e gli presto soccorso come posso).
Marie: Oggi ne parlavo con mia mamma, a mia sorella faceva pena Corona, a lei Berlusconi e io sto cercando di dispiacermi per qualcuno per non sembrare insensibile!
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