Quel silenzio sui radicali - lettera

Dalla Rassegna stampa

Caro direttore, sono un iscritto radicale. L’assenza di alcuni deputati del Pd nel voto sul condono fiscale ha riaperto la questione morale. Assisteremo a primarie farsa, con risultati scontati: primo Bersani, secondo Franceschini e terzo Marino. Perché nessun faccia a faccia stile Usa? Primarie che non hanno consentito la candidatura di Pannella prima e di Grillo poi: qualcosa che la dice lunga su un partito che si dice democratico. Dopo l’incoronazione del nuovo leader continueremo a vedere Bassolino alla guida della regione Campania, come se fosse splendidamente gestita. Eppure nel Pd c’è un gruppo di zelanti politici. Sono i radicali, che vengono trattati come appestati, non vengono ascoltati né chiamati a esprimere opinioni, vengono relegati in un angolo come dei petulanti contagiosi. Guai ad avere il loro coraggio sfrontato nel parlare di libertà di ricerca scientifica, dei detenuti che vivono in condizioni oscene nel silenzio generale, del mondo gay e lesbico, dello sconfitto proibizionismo divenuto ideologia, di divorzio breve, di pillola del giorno dopo o di Ru 486. Guai a rammentare che il Partito radicale da sempre si fa redigere il bilancio annuale da un ente esterno per evitare “falsi in bilancio” anche legalizzati o ampiamente tollerati. Guai a ricordare che Radio Radicale ogni giorno svolge un compito encomiabile a un terzo dei costi Rai. Guai a far sapere che Marco Cappato è stato premiato come miglior europarlamentare, che Emma Bonino quando ha avuto un ruolo internazionale ha mostrato una capacità risolutiva di rara qualità, e che Marco Pannella a Fiumicino aveva osato parlare in anni non sospetti di demolizioni di abusivismi edilizi. Guai far sapere quanto producono politicamente quei fastidiosi laici, che ogni anno si radunano da soli a commemorare Porta Pia. Guai a rammentare l’ostracismo televisivo che solo il garante per le comunicazioni riesce a intaccare dopo ripetute denunce: Santoro non li vuole, Vespa li aborrisce, Floris li disconosce. Che male hanno fatto? È forse perché rappresentano un esempio di severa moralità e di tenace costituzionalismo? Non partecipano neanche al degrado delle affissioni selvagge che a ogni tornata elettorale imbrattano le nostre città nella assuefazione generale. Che sia anche per questo?
 

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