Quante cose fatte insieme E quante ancora fare...

Dalla Rassegna stampa

Di cose belle e importanti, con Liberazione, ne abbiamo fatte proprio tante. Penso a Genova, a quel luglio 2001 ricco di speranze e di generosità, fino ai processi, seguiti passo dopo passo, da questo giornale nella voluta e colpevole indifferenza dei grandi quotidiani nazionali. ,penso ai Social forum europei e mondiali, durante i quali è necessario scavare, studiare, conoscere i rappresentanti delle molte lotte antiliberiste che attraversano il pianeta, per poter cogliere quel filo rosso che mette in relazione chi costruisce .un'alternativa globale all'attuale sistema economico. Liberazione riesce a spiegare con parole semplici, ma non generiche, la complessità e le trappole delle istituzioni finanziane internazionali.
Come avvenuto anche in questi ,giorni, durante il Forum internazionale Ole (Otranto Legality Experience) "Mafie, criminalità organizzata e globalizzazione finanziaria", unica testata nazionale presente per raccontare connessioni spesso inconfessabili. Penso alla vicinanza ai movimenti, dai No Tav ai No Dal Molin, dai No Mose al popolo viola. Penso alle numerose inchieste sul business dei farmaci, come nel caso del vaccino sull'influenza e sull'Aids (non solo un boxino il 1 dicembre, come fanno altri quotidiani); come quando la ministra Emma Bonino scrisse a Liberazione in merito all'accesso ai farmaci in Thailandia e all'ambiguo ruolo del commissario europeo Peter Mandelson: la vostra denuncia fu importantissima. Penso alle armi, alle guerre in Afghanistan e in Iraq; Liberazione c'è sempre stata e con grande coraggio.
Ed è proprio qui che mi permetterei, in punta di piedi, di dare un suggerimento. Parto da una considerazione oggettiva: difficilmente Liberazione resta l'unica fonte informativa: chi la legge o acquista anche un altro quotidiano o s'informa anche sul web; non è quindi essenziale garantire tutte le notizie già reperibili altrove, è sufficiente sceglierne alcune e su quelle esprimere uno specifico punto di vista per stimolare globalmente un pensiero alternativo. E' fondamentale invece potenziare il giornalismo d'inchiesta, totalmente assente nel panorama italiano. Non parlo solo dell'inchiesta sociale: quella è ben presente nel giornale ad esempio nei racconti diretti delle mille voci del mondo del lavoro che ben descrivono la complessità delle vite quotidiane di chi è massacrato dalla logica del profitto. Penso proprio all'inchiesta tipo anni '70, a quel lavoro da talpa che è in grado prima di scoprire quanto si è cercato di nascondere e poi è capace di sostenere una campagna di denuncia, un po' come è avvenuto per la morte di Federico Aldrovandi.
Complimenti per l'inserto domenicale, un supplemento coraggioso, talvolta irriverente, ma importante per sottolineare la propria diversità di vedute nel panorama culturale italiano. Un altro suggerimento: perché non trovare il modo di riprendere, con modalità più semplici, l'avventura di Uè, L'Europa rivista, l'inserto del Gue? Da quelle pagine abbiamo provato a testimoniare i dibattiti e le decisioni in seno al Parlamento di Strasburgo: è stato un lavoro ambizioso, che ho sempre considerato molto seriamente. Ora che non abbiamo più alcun rappresentante in Europa, alto è il rischio di perdere i contatti con quanto avviene nella Ue proprio quando gran parte delle decisioni sul futuro di tutti noi dipendono da Bruxelles; sarebbe un lavoro utile e possibile, grazie ai rapporti con il gruppo parlamentare della Sinistra Europea.
Allora l'idea era nata e realizzata da Ivan Bonfanti, un bravo giornalista, un compagno sensibile, e che tutti ricordiamo con affetto. Sempre a Ivan Liberazione deve un altro progetto, che ritengo interessantissimo, più unico che raro nel mondo dell'informazione quotidiana italiana: Liberazione animale. Ho sempre apprezzato quelle pagine dedicate ai diritti degli animali e all'ambiente: notizie davvero poco conosciute, a volte impossibili da trovare altrove. Oggi Liberazione ha - forse un po' in ritardo - cambiato volto, adattandosi alle nuove tecnologie e all'esigenza di multimedialità dei media. Il nuovo sito, molto più funzionale e graficamente accattivante, presenta tanti strumenti utili, complimenti! Ma Liberazione non è solo un giornale, è parte di un progetto politico che vuole ricostruire una sinistra alternativa all'attuale stato di cose; questo non è un limite anzi... «Il vero giornalismo è intenzionale, vale a dire che si prefigge uno scopo e cerca di produrre un qualche cambiamento. Il buon giornalismo non può essere che così». Altrimenti è inutile.

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