Quando la politica diventa cultura

Si è concluso con successo il seminario intitolato "Scriviamo insieme un'altra storia". Ma la storia continua e sono tante le iniziative che saranno prese nei prossimi mesi per dare un seguito a questo importante esperimento, sicuramente ben riuscito. Il primo passo per costruire un "altro" terreno politico, cioè un luogo "altro" dove poter sviluppare le idee liberali, è stato compiuto. Ogni incontro del seminario Lib-Dem è stato diverso dall'altro, mai noioso.
E sono stati tutti un modo per ricercare una strada per la conoscenza, per avviare riflessioni, liberare il pensiero, porre domande, offrire via di uscita e costruire porte, accessi, entrate. Ogni volta si è trattato di un appuntamento "unico", originale, imprevedibile. Forse addirittura irripetibile, come accade in teatro, dove ogni replica di uno stesso spettacolo assume forme e gesti irripetibili. La formula adottata è stata ogni volta la stessa: quella del "metodo liberale", ma la forma è cambiata ad ogni incontro. Gli incontri, infatti, incentrati sulla forza delle idee liberali, hanno avuto il pregio di mantenere lo sguardo proteso verso la rielaborazione politica di un pensiero non ideologico, ma sempre in movimento e, appunto, liberale fin dal metodo, cioè basato sul dialogo e sul contraddittorio, sullo scambio di idee e sull'elaborazione di analisi, tesi, ipotesi, quesiti, suggestioni. Senza sovrastrutture e senza infingimenti. Quindi, fin dal primo incontro, si è sviluppato un "metodo liberale" capace di coinvolgere direttamente i partecipanti al corso rendendoli parte attiva e operativa del cammino. A seguire il seminario sono stati soprattutto studenti universitari. Ma tanti sono stati anche i relatori. Soltanto per fare qualche nome, è giusto ricordare alcuni degli ospiti e dei relatori che si sono confrontati con noi: Andrea Bernaudo (Consigliere regionale del Lazio), Luciano Lanna (giornalista), Alessandro De Rossi (autore di un importante libro sull'universo della detenzione), Fausto Russo (psichiatra), che ha svolto un assai apprezzato incontro sul tema dell'alterità; Claudio Lodici (Professore associato di Sistemi Politici Comparati presso la Loyola of Chicago), Valter Vecellio (direttore di Notizie Radicali e giornalista Rai), che ha parlato di informazione e disinformazione dei mass-media nazionali; Marco Taradash e il generale Tricarico, che hanno affrontato il tema spinoso della guerra in Libia e della situazione geo-politica del Mediterraneo; Francesco Saverio Di Lorenzo, che ha approfondito il mai risolto problema della criminalità organizzata e l'uso dei "collaboratori di giustizia", abbiamo poi avuto molti altri ospiti e politici di area laica, liberale e socialista, tra tutti spicca senz'altro il nome di Giuliano Amato, che si è soffermato sulla necessità di "tornare al futuro" e che, con il suo modo di porsi e di interagire, ha conquistato gli allievi come soltanto i bravi professori sanno fare. Gli appuntamenti si sono svolti nella sala convegni del quotidiano L'Opinione e hanno prodotto interesse, discussioni, proposte coinvolgendo direttamente coloro che vi hanno partecipato e che sono intervenuti. Tanto che il seminario, di dichiarata impronta liberale e democratica, avrà un seguito. Innanzitutto, durante l'estate, gli studenti proveranno a scrivere ciascuno un capitolo per l'eventuale pubblicazione di un libro in cui raccogliere le idee che hanno attraversato, in questi tre mesi, i vari incontri e le varie occasioni di dialogo, di dibattito, di studio. Inoltre, per dovere di cronaca, è doveroso ricordare che il seminario è stato curato dal direttore Arturo Diaconale e dal sottoscritto, a cui si è aggiunta la collaborazione attiva e fattiva di Alan Baumann, direttore della testata on-line "L'ideale. Informazione oltre le consuetudini", un web magazine di grande qualità. Per il resto, per quello che riguarda il mio impegno e il mio apporto, ho cercato di mettere insieme tutti i pezzi per la buona riuscita dell'iniziativa. Ai posteri l'ardua sentenza. Ora si tratta di seminare questo campo, questo terreno, questa possibilità per una prospettiva liberale. Perché cultura è politica, politica è cultura.
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