A qualcuno importa dei rom?

Si parla assai spesso molto male dell'attività delle Camere. Si trascura soprattutto l'attività ispettiva che spesso dà buoni frutti. La Commissione straordinaria per i diritti umani del Senato, guidata da Pietro Marcenaro, ha licenziato nelle scorse settimane un rapporto sui rom, sinti e camminanti che non ha avuto rilievo sui media. Eppure l'indagine smonta alcune credenze attorno ai nomadi e formula proposte per il loro inserimento sociale che sono di indubbio interesse. Come sanno quelli che si sono occupati di zingari in questi anni, e come hanno scritto molti studiosi, fra cui Leonardo Piasere, autore di una breve storia dei rom in Europa (Laterza editore), i "nomadi" sono pochi in Italia, che sono per lo più, oltre il cinquanta per cento, cittadini del nostro paese, che sono prevalentemente sedentari, quindi assai meno nomadi di quanto dica l'etichetta che li identifica; che hanno una popolazione prevalentemente giovanissima, che vivono poco (mediamente intorno ai sessantanni); che non sono un'etnia perché se alcuni gruppi vengono da lontano, si parla di una diretta discendenza dall'India, altri sono europei e alcuni gruppi sono diventati nel tempo nomadi per via dell'esclusione sociale; che erano artigiani i cui mestieri la modernità ha cancellato. La maggioranza di loro vive in condizioni indegne, soprattutto in Italia. Fra i vantaggi della destra c'è quello di non aver più trovato una sinistra che abbia avuto il coraggio di contrastare i luoghi comuni temendo l'impopolarità.
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