Il puzzle degli alleati del Pd

Dalla Rassegna stampa

A forza di dircelo, ci hanno convinto: il Pd non può fare da solo. Il primo lavoro del segretario sarà dunque tessere la tela del nuovo centrosinistra chiamato al difficile compito di battere la destra.
Certo però che se usciamo con la testa fuori dalle primarie, l’impresa di rimettere insieme i pezzi del centrosinistra, e di metterli poi tutti insieme all’Udc, appare più che difficile. E non tanto per la fatica di armonizzare posizioni diverse.
Quanto perché nel frattempo, distratti dallo scontro interno, forse non ci siamo accorti della situazione che s’è creata intorno al Pd.
L’interlocutore principale della linea che per comodità chiamiamo “nuovo cantiere ulivista” (la linea di Bersani) avrebbe dovuto essere la sinistra cosidetta «ragionevole».
Non Rifondazione, ma Vendola e la sua Sinistra e libertà. Peccato che Sl non esista praticamente più.
Dopo che i Verdi, al solito spaccati e rissosi, hanno deciso di andare da soli, ora i socialisti di Nencini hanno deciso di fare altrettanto.
Sl è così tornata a essere il gruppo degli ex di Rifondazione sconfitti da Ferrero: ciò che alle elezioni del 2008 era uno, si è diviso in tre. Contando presumibilmente molto meno di uno.
Poi ci sono i radicali, che si sono ripresi la propria autonomia e neanche tanto amichevolmente visti soprattutto i contrasti con Franceschini nella sua veste di segretario.
Alleati ostici ma inevitabili, se non altro perché tuttora “abitano” nei gruppi parlamentari Pd.
Franceschini ha invece trattato bene Di Pietro, ma questo non renderà più facile il rapporto con un partito ultra-personalizzato, avversario di Napolitano e che, per esempio, sulle candidature regionali ha già dichiarato ostracismo alla metà degli attuali governatori del Pd.
Il problema con Casini infine è noto: in qualsiasi momento il centrodestra volesse farlo, sarebbe un gioco da ragazzi destabilizzare l’eventuale alleanza Pd-Udc con incursioni sui temi dei diritti civili (vedasi legge sull’omofobia).
Insomma, rispetto alla tanto contestata semplificazione veltroniana siamo già tornati abbondantemente indietro: quanto a sigle siamo già di nuovo più o meno all’era prodiana. Vediamo se quella stagione deve proprio riaprirsi sotto tutti i punti di vista.

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