Puglia in trasferta scamiciata

La Puglia azzurra si catapulta a Roma con 59 pullman per stringersi intorno al presidente del Pdl Silvio Berlusconi e partecipare alla manifestazione del partito in via del Plebiscito, residenza romana dell’ex premier, dopo la sentenza della Cassazione di giovedì scorso. Il coordinatore regionale del partito, Francesco Amoruso, quasi irriconoscibile nella versione militante, scamiciato e con la barba di due giorni, dopo che il suo leader conferma dal palco l’appoggio al governo, parla di «uno statista responsabile, un uomo innocente che sente di difendere la libertà e la democrazia e che ha a cuore il bene del Paese». Cosa dovrebbe fare Berlusconi, chiedere la grazia, dimettersi da senatore o attendere la causa di incandidabilità e la decadenza dopo il voto della giunta per le elezioni a procedere del Senato? «Noi da domani continueremo a lavorare in parlamento, vedremo cosa succede in Senato, il problema è il Pd che si sta dividendo e non si capisce se vuole governare con noi, ma noi non apriremo la crisi di governo», replica Amoruso, che come tutti i parlamentari del Pdl aveva rimesso l’incarico nelle mani del Cavaliere. Il bersaglio critico, per tutti i manifestanti giunti a Roma, cittadini o politici, è ovviamente la magistratura. Si sprecano gli striscioni che definiscono Silvio «un martire» o che chiedono «adesso condannateci tutti».
Il banchetto dei radicali per raccogliere le firme su 12 referendum, tra i quali quello per la separazione delle carriere dei magistrati, è preso d’assalto. «Noi abbiamo già firmato», affermano Amoruso e Rocco Palese, che arriva sotto casa di Berlusconi con Raffaele Fitto e i big del partito, che restano nel retropalco. «Contro le vere caste ed i sovvertitori della democrazia - prosegue il coordinatore pugliese - inizia oggi una grande battaglia con Berlusconi leader del centrodestra». Centrodestra? Palese sorride, guarda le bandiere in piazza e, come molti, nota che prevalgono quelle di Forza Italia rispetto a quelle del Pdl: «Il nostro popolo - sostiene ha già metabolizzato il ritorno al partito prima maniera» e ne sembra soddisfatto, così come dalla «significativa partecipazione della Puglia alla manifestazione». Secondo Palese «il messaggio di Berlusconi è chiaro: governare nonostante la persecuzione della magistratura, che non riguarda solo Silvio - dice - ma tutti i cittadini, ecco perché è prioritaria la riforma della giustizia, come ha affermato anche il presidente Napolitano: nella democrazia non può esistere un potere sovraordinato a tutto e a tutti e ci vuole, invece, un giusto equilibrio tra poteri dello Stato, per un controllo reciproco, e un migliore funzionamento del sistema giudiziario». Da Altamura e Gravina, organizzato dal consigliere comunale e architetto Lorusso, arriva un pullman di artigiani e piccoli imprenditori che hanno lasciato le mogli al mare e sono partiti per la capitale. Gino Ambrosecchia, muratore in proprio, dice che «le leggi sono tutte sbagliate e che Berlusconi è un signore nato», proprio mentre la colonna sonora della manifestazione suona «Meno male che Silvio c’è». Arriva un consigliere comunale di Bitonto con i manifesti «Forza Silvio, Forza Puglia» e li distribuisce ai militanti. Anche stavolta siete stati spesati e pagati per venire alla manifestazione?, a un signore Mesagne. «Ma perché l’altra parte non li paga?» risponde con una domanda e un tono minaccioso. Mentre Giovanni Guarini, segretario provinciale di Mesagne ammette che il coordinatore Bondi non ha tutti i torti a parlare di rischio di guerra civile: «Gli animi sono esacerbati, specie al Sud», spiega, e il processo Mediaset «è anomalo, non sono stati sentiti 170 testimoni e per chi paga 570 milioni di euro di tasse in un anno sarebbe assurdo evadere gli spiccioli», prosegue il molto preparato Guarini, che anticipa perfino quello che Berlusconi dirà dal palco in sua difesa. Francesco Falcone, che con i giudici ha un problema personale, essendo stato in galera per furto, esce dal gruppo della provincia di Brindisi e minaccia una nuova marcia su Roma.
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