Provocazioni

Dalla Rassegna stampa

Giuliano Pisapia, ha scritto un giornalista di Tempi, Rodolfo Casadei, è, "metaforicamente parlando, un Anticristo. Che le Scritture descrivono come personaggio suadente. I modi gentili e l'eloquio suadente non ingannino". Vediamo... Pisapia, di formazione comunista, appoggiato dai radicali, è favorevole ai "matrimoni gay", all'ideologia del gender, all'aborto, all'eutanasia ecc... Si colloca cioè nel solco delle ideologie ottocentesche e novecentesche, il cui minimo comune denominatore è il tentativo, perfettamente anticristico, di realizzare il "regno dell'uomo", attraverso un processo mondano di auto salvazione e di autonomia da Dio, negato come Creatore, come Redentore, come Origine e Fine dell'uomo. Per comprendere meglio questo concetto, torna utile il pensiero di un grande filosofo cattolico del Novecento, Marcel de Corte, autore di una acuta lettura della modernità, intitolata "L'intelligenza in pericolo di morte". Cosa sosteneva de Corte? Che le grandi civiltà, quella greca, quella romana e quella cristiana, sono state caratterizzate dalla "sottomissione dell'intelligenza alla realtà e dal rifiuto della soggettività in ogni campo". L'uomo antico (e l'uomo cristiano) sapeva "sin dalla nascita di essere inserito in un universo fisico e metafisico che egli non ha fatto, in un ordine che non è alla sua mercè". In quest'ottica l'intelligenza umana è il dono di Dio, che insegna all'uomo "a divenire ciò che è, a fare bene l'uomo". "Obbedire alla natura delle cose", significava dunque obbedire a Dio; obbedire alla realtà significava trovare se stessi, perché "il nostro essere è in rapporto con l'essere universale e la conoscenza non è, in un certo modo, se non la scoperta di questo rapporto". Questo atteggiamento presuppone il desiderio dell'uomo di aderire, umilmente, a una Verità a lui superiore, a una realtà di cui il padrone, in ultima analisi, è Dio, e non l'uomo. La rivoluzione illuminista, positivista, marxista e idealista ha avuto come presupposto la divinizzazione dell'uomo, chiamato a salvarsi da solo. Non è più Cristo, vero Dio e vero uomo, che redime. Da qui l'uomo moderno, che rifiuta di "misurarsi sulle cose, per dirsi invece la loro misura", con lo stesso atteggiamento che era stato di Lucifero, che non aveva più voluto "girare intorno" a Dio, ma aveva preteso che Dio, che la realtà tutta, girasse intorno a lui. Dopo il XVIII secolo, scrive de Corte, uno stuolo di filosofi e di pensatori, caratterizzati dal predominio dell'astrazione sull'esperienza, ha preteso di fare dell'intelligenza non lo strumento per leggere la realtà, ma per dominarla, manipolarla, ricrearla. Nazionalsocialismo e comunismo, ideologie massimamente anticristiche, sono stati questo: operazioni di ingegneria sociale per ricreare la realtà, l'economia, l'uomo stesso. La filosofia vincente della modernità, insiste de Corte, non è il materialismo: è l'idealismo, il primato della intelligenza umana sulla realtà. "Il mondo è così trasformabile a volontà. Non ha più nulla di misterioso, di sacro. Caeli et terra non enarrant gloriam Dei... Tutto è fatto dall'uomo per l'uomo... Il mondo diviene ciò che l'uomo vuole farlo divenire. L'uomo regna su di lui", sostituendosi al Creatore, di cui non ha più bisogno alcuno. Pisapia ha sempre creduto questo. Quando affidava alla fede comunista la redenzione dell'umanità; oggi, ritenendo che tutto ciò che l'uomo fa, dall'uccidere un innocente, all'usufruire di sostanze che creino un'altra "realtà", sia un'espressione di libertà; sino alla teoria del gender, cioè all'idea che l'uomo non ha una natura maschile o femminile, da compiere, ma è ciò che decide di essere (transessuale, bisessuale ecc...). Ma si tratta di un inganno: per quanto stuprata, la realtà non si piega che al suo Creatore. Lo ricordava recentemente, in modo implicito, Paolo Mieli, raccontando il caso del dottor Money, colui che per dimostrare che l'uomo può creare la sua realtà impose a un bimbo maschio, cui era stato per sbaglio danneggiato il pene, di vestirsi da donna e di divenire, appunto, donna (Brenda Reimer). Gli amputò i genitali, gli costruì un organo genitale femminile, lo spinse a comportarsi da donna, convinto che lo sarebbe diventato. Ma con un unico risultato: che il poveretto si suicidò.

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