E il proverbio trionfò: chi ha tradito, tradirà

Dalla Rassegna stampa

È la storia di due trio, micidiali. La sorpresa si chiama Catia Polidori, 43 anni, bionda di Città di Castello, eletta in Veneto dal Pdl, "traditrice" d’andata e di ritorno: diventò finiana quando ci fu lo strappo in estate e ieri, dopo il voto a favore di Berlusconi, è rientrata all’ovile. “Miss Cepu” "la chiamano, perché l’istituto che fa studiare on line appartiene alla sua famiglia. La furia dei finiani è descritta dal vulcanico Barbareschi che giura d’aver sentito molta puzza di bruciato: «il voto della Polidori è vergognoso, ha avuto pressioni»; «persone come la Polidori è meglio perderle per strada. Ieri aveva confermato il no alla fiducia e poi stamattina ha detto che aveva problemi con il Cepu. Ma vi rendete conto che cosa sta succedendo? Siamo alla corruzione di Pubblico Ufficiale». Lasciata l’aula è stata accompagnata nella sala del governo a salutare Berlusconi. Racconta Nunzia De Girolamo, la giovane e bella berlusconiana campana: «Conte le ha dato della troia e questo ha provocato baruffa in aula». A sera presenterà una denuncia alla Digos, per i messaggi di minaccia sul cellulare, su Facebook e sulla sua email, che riceve da giorni, «dai berluscones e dagli anti berluscones»: «Tutti minacciano, il clima è brutto». E il finiano Granata annuncia la vendetta: «L’Università è una questione delicata. Al Senato vedremo se presentare emendamenti. Per esempio, sul Cepu non escludo che ci saranno modifiche...». Anche Maria Grazia Siliquini, 62 anni, torinese, avvocatessa dice d’aver voluto garantire la stabilità di governo. Anche lei figliol prodiga, ma con minor clamore, visto che traballava già da un po’.
 
 L’ultimo componente del trio finiano pentito è Silvano Moffa, colomba e mediatore stremato. All’ultimo momento ha deciso di scartare, non partecipare al voto e se n’è andato a spasso con l’ex An Laboccetta: colpa di Bocchino che ha portato il Fli all’opposizione e all’abbraccio del Terzo polo. Moffa s’è già iscritto al Misto e dice che Fini non può fare il presidente della Camera.
 
 Il secondo trio protagonista della giornata ha messo in scena una piece teatrale: Scilipoti-Cesario-Calearo, hanno evitato la prima conta, e quando la suspence era al massimo, compatti hanno detto sì al governo. Alla faccia del «non ho ancora deciso», «forse mi asterrò»... Domenico Scilipoti avrebbe anche organizzato una manifestazione di piazza in suo favore, a San Silvestro: un nutrito gruppo di extracomunitari ha inneggiato alla sua libertà di scelta. L’ipotesi è del senatore radicale Marco Perduca: «Dalle immagini che compaiono su Facebook e dalle dichiarazioni di alcuni extracomunitari a reggere lo striscione sarebbero in realtà una trentina di immigrati, probabilmente da lui stesso reclutati. Indagate». Anche questo trio è stato ricevuto dal Cavaliere. L’ex dipietrista Antonio Razzi, quello del mutuo da pagare, dopo essersi mostrato incertissimo s’è beccato qualche "venduto" e una battuta al vetriolo: «Evidentemente è un mutuo a tasso variabile». Così il proverbio s’è avverato: «Chi ha tradito, tradirà». E non è finita.

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