Prove di terzo polo

Guai a chiamarlo «terzo polo», meglio «convergenza» o «area di responsabilità», prendendo in prestito le espressioni usate da Benedetto Della Vedova e Lorenzo Cesa. In un caso o nell'altro, sembra che il nuovo «terzo incomodo», tra destra e sinistra, della politica italiana abbia mosso i suoi primi passi, almeno sulla questione della mozione di sfiducia al sottosegretario Caliendo: Fli, Udc, Mpa e Api si asterranno ma ciascuno all'interno del proprio gruppo». La decisione arriva al termine di una breve riunione a Montecitorio: i centristi di Casini sono i padroni di casa e ospitano i finiani ed esponenti dei gruppi di Rutelli e Lombardo per stabilire una «line» di condotta comune sul caso Caliendo. Mezz'ora per annunciare che i rispettivi gruppi, seppur «autonomamente», si comporteranno allo stesso modo in Aula. Sembra la nascita del «terzo polo» ma le prime parole dei partecipanti alla riunione sono volte tutte a gettare acqua sul fuoco. Il primo a smentire questi scenari è Italo Bocchino: «Nel sistema bipolare il terzo polo non esiste - afferma - È come giocare a tennis e sedersi sulla rete». L'ex vicepresidente vicario del Pdl riserva comunque una stilettata al governo: «Lealtà al governo Berlusconi da parte del gruppo Futuro e libertà?», gli viene chiesto. «Lealtà al mandato ricevuto dagli elettori», è la sua ferma replica. Il «terzo polo» sembra non piacere, almeno in apparenza, anche al leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini che riunisce i suoi nel pomeriggio: «Queste ipotesi le lasciamo al gossip giornalistico», si schermisce usando involontariamente una espressione spesso usata proprio dal presidente della Camera. E rimandando a quell'area di «responsabilità». Idea che Amedeo Ciccanti, senatore dell'Udc, traduce in «area di dialogo, che può anche arrivare a strutturarsi come un terzo polo politico ed elettorale se si creano le condizioni operative nel futuro». Si dilunga di più Lorenzo Cesa, per il quale non si può parlare di «terzo polo ma di «un'area» per poi rilanciare: «Speriamo – dice - ci siano convergenze non solo sul caso Caliendo ma anche sulle questioni che dovrà affrontare il Parlamento a settembre-ottobre». Pino Pisicchio del gruppo Api parla di «una area potenziale interessante» e sottolinea «il significato forte sul piano politico»: «un terzo polo? È presto per dirlo». Guarda con ottimismo a «questo dialogo avviato» anche Giovanni Pistorio, senatore dell'Mpa, auspicando che «possa proseguire soprattutto sui temi che riguardano il Mezzogiorno». Alla riunione i partecipanti erano 22: Conte, Della Vedova, Bocchino e Moffa per Fli; Pistorio e Misiti per Mpa; Pisicchio, Bruno, Vernetti, Cesario e Calgaro per l'Api, più i parlamentari dell'Udc guidati da Cesa e Buttiglione. E infatti sull'ipotesi Terzo Polo è caduto il gelo già ieri sera, quando il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha cenato con i suoi e ha dettato la linea politica: «Dobbiamo ribadire assoluta fedeltà al programma di governo. Ribadire con i fatti la lealtà al governo. Saremo coerenti, ma c'è libertà di dissenso sulle cose non in programma. Non siamo traditori». E ha aggiunto che «i membri del governo votino contro». Poi ha aggiunto che «nessuno è autorizzato, perché non è la mia idea né il mio progetto, a parlare della riunione di oggi (ieri ndr) come si trattasse di prove del terzo polo». Ha ribadito che la riunione con Api, Udc e Mpa è un fatto politico - perché è la prima volta che forze di maggioranza, e noi siamo maggioranza, e forze di opposizione si confrontano su valori come garantismo». Poi, parlando della mozione contro Caliendo ha aggiunto che «è una mozione chiaramente strumentale». «Caliendo non è Cosentino - ha aggiunto - questa vicenda è tutt'altra cosa». Fini è ritornato anche sull'intervista concessa al Foglio ch ha provocato un acceso dibattito: «Non pensavo che la mia intervista al Foglio provocasse una simile risposta». Secca la replica a Berlusconi sugli accordi con Udc e Api: «E' notorio che Silvio Berlusconi ha cercato di avvicinare l'Udc e l'Api, senza esserci riuscito. Ora che una forza di maggioranza, e noi lo siamo, si confronta con queste due forze non può essere definita traditrice». Infine Fini ha proposto che Silvano Moffa sia il coordinatore dei due gruppi di Camera e Senato di Fli, perché «uno dei problemi del gruppo del Pdl era che la mano destra spesso non sapeva cosa facesse 13 a sinistra». «Serve un coordinatore - aggiunge Fini - una sintesi politica». Mentre per la Camera,ha fatto il nome di Italo Bocchino, con Benedetto Della Vedova e Giorgio Conte come vice. E per il Senato, Mario Baldassarri sarà reggente fino a settembre e poi capogruppo dovrebbe essere, secondo le indicazioni di Fini, Pasquale Viespoli. I gruppi si riuniranno formalmente oggi alle ore 14 per definire le ultime strategie per il voto in aula.
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