«Prove di pace» tra Fini e il premier

Dalla Rassegna stampa

La «cena di pacificazione tra Berlusconi e Fini» sparata in prima pagina da Libero la smentiscono tutti, compreso il portavoce del presidente della Camera, ma non il sottile lavoro diplomatico che stanno tessendogli sherpa del capo del governo e quelli della terza carica dello Stato, dopo lo strappo («Che fai, mi cacci?») del 2 aprile 2010. C'è voluta la crisi per riaprire i canali: «C'è un tentativo reciproco di diplomatizzare il conflitto», conferma Fabrizio Cicchitto. Anche perché ora alla guida del Pdl c'è Angelino Alfano che pensa già a una fase di rifondazione del centrodestra. Eppure i pasdaran dei cofondatori mantengono i veti incrociati: «La storia della cena è una bufala e finché c'è Berlusconi non si ragiona su nulla», azzarda il braccio destro di Fini, Italo Bocchino. Mentre l'ex an Amedeo Laboccetta, ora fedele a Berlusconi, replica: «Io so che proprio Bocchino sta cercando di avere un incontro con Berlusconi. Adesso vuole fare la colomba. Proprio lui che aveva convinto Fini a rompere con il Cavaliere. Solo se Fini mette da parte Bocchino e gli estremisti di Fli si può ragionare...». Maurizio Gasparri pensa che la voce sulla cena l'abbiano messa in giro quelli di Fli «perché devono rientrare in gioco dopo le aperture di Casini». Per Marcello De Angelis (Pdl), invece, «trattasi di sabotaggio perché i falchi non vogliono il dialogo».

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