Il programma prevedeva anche Ruby?

Dalla Rassegna stampa

Gianfranco Fini gli chiede di fare un passo indietro se le accuse sul "caso Ruby" dovessero rivelarsi vere, la Lega Nord prende le distanze dalle sue strane telefonate, l’Ode fa sapere a Berlusconi che un sostegno al governo è da escludere, mentre l’amato Pdl sembra più preoccupato di non andare a casa che a fare quadrato intorno al premier sull’ultima inchiesta in cui e incappato. Quella che si è aperta ieri sarà una settimana delicatissima per il premier e il governo: mercoledì Fli annuncerà nuove adesioni di parlamentari, giovedì il Popolo della libertà si riunirà per la direzione nazionale (la stessa assise dello strappo con Fini) e nel week-end a Perugia ci sarà il battesimo di Futuro e libertà con il varo del suo "manifesto per l’Italia". Quanto basta per immaginare giornate di grande fibrillazione politica nel centrodestra. A difendere Berlusconi c’è il solito Capezzone, ma l’assordante silenzio del Pdl sul caso Ruby, rotto solo da qualche eccezione (di due donne, la Gelmini e la Santelli…) spiega bene il clima che si respira intorno al premier coinvolto ormai fino al collo nell’ennesimo scandalo pruriginoso. Stavolta non c’è stato il tradizionale coro in difesa del premier e contro i magistrati "comunisti", ma una sostanziale prudenza dei falchi berluscones, che si sono concentrati - più che nella difficile difesa personale del Cavaliere - solo nel cannoneggiamento contro il possibile sbocco del governo tecnico. Le accuse di domenica lanciate da Fini dal palco del cinema Adriano, a Roma, hanno lasciato il segno sul dibattito politico, innescando una discussione forte sul futuro del governo. In tanti, ieri, a cominciare dal più autorevole quotidiano italiano, il Corriere, con un fondo di Galli della Loggia, si interrogavano sulla necessità di dare una risposta al vuoto di iniziativa del governo, alla paralisi parlamentare, alla confusione in cui versa un partito come il Pdl, alle emergenze del paese. Lo "scandalo Ruby" e i possibili danni all’immagine del paese c’entrano fino a un certo punto, ma hanno sicuramente determinato un’accelerazione nel dibattito sulla capacità del premier di andare fino in fondo alla legislatura. Gasparri, Cicchitto e Quagliariello cercano di ribaltare il problema, lanciando a Futuro e Libertà una specie di ultimatum: «confermino l’appoggio al governo o si prendano la responsabilità di una crisi». Bocchino e Viespoli replicano: «II problema non è la nostra presunta volontà di far cadere Berlusconi, mala reale volontà altrui di dar vita a una nuova stagione di governo».

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