"I progetti per la città? Copiati dai nostri"

«Gli Stati generali di Alemanno sono come i carri armati di Mussolini». Una beffa, fumo negli occhi, insomma. Il Pd convoca due conferenze stampa a distanza di due ore per smontare la manifestazione dell'Eur. Prima i parlamentari eletti nel Lazio, poi, in fotocopia, i consiglieri capitolini attaccano il sindaco e il suo «festival dell'inconcludenza», riempito, per 1'80%, «con progetti ereditati dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra». E il deputato ed ex assessore Roberto Morassut a snocciolare critiche e cifre. Come quella sul gradimento di Alemanno, dato in calo, in un anno, «dal 50% del gennaio 2010 al 37% del gennaio 2011». Per il Pd, il sindaco «non ha niente in mano e dopo tre anni tenta di ripartire rispolverando dai cassetti un po' di progetti che però, nel frattempo, sono stati definanziati».
Si va dalla pedonalizzazione del Tridente («un progetto che risale al 2006») al sottopasso per l'AraPacis («sono spariti i 20 milioni investiti») al "progetto urbano Flaminio" («avviato nel 2005»). Capitolo a parte per Tor Bella Monaca, «una grande operazione speculativa», presa ad esempio negativo dal senatore Raffaele Ranucci: «A Roma si sta riaffacciando il fantasma dell'Isveur di Tor Bella Monaca che negli anni Ottanta, con la scusa dei piccoli consorzi, ha lasciato che venissero assegnati lavori senza appalto e senza gare».
Si parla di piano regolatore e Morassut denuncia «un'operazione assurda: il Comune ha vinto una battaglia legale nel 2009, contro il ricorso presentato da alcune proprietà immobiliari su quella parte di piano che stabilisce che l'operatore versi al Comune i due terzi del valore della valorizzazione immobiliare. Ora l'amministrazione affida la revisione delle norme tecniche del piano agli stessi avvocati che hanno ricorso contro il Prg». Il rischio è che, se la revisione andasse in porto, «4 miliardi di euro di oneri straordinari andranno persi dal Comune».
Criticano gli Stati generali e l'amministrazione Alemanno anche i deputati Ileana Argentin («C'è stato un crollo del sociale e non si ascoltano più i deboli»), Michele Meta («Su Fiumicino si è investito zero, sugli assi strategici si raccontano balle»), Enrico Gasbarra («Nella kermesse all'Eur nessuno sembra accorgersi dell'emergenza libica che avrà un impatto enorme su Roma»). Il segretario del Pd romano Marco Miccoli attacca una manifestazione che è solo «un gigantesco spot da parte del sindaco». E al coro delle critiche si aggiungono anche le altre opposizioni. Se due giorni fa, all'inaugurazione della manifestazione, Verdi e Radicali attaccavano «gli Stati del disastro di Alemanno», ieri Gianluca Peciola, consigliere provinciale di Sel, accusava sindaco e premier di stare «chiusi dentro il fortino della politica degli annunci». E Vincenzo Maruccio, segretario regionale dell'Idv, giudica così la manifestazione: «Una kermesse costosa messa su solo per distrarre i romani dai fallimenti continui di Alemanno».
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