Profumo sotto pressione per caso Unicredit-Libia

Dalla Rassegna stampa

Neanche nei due giorni del fine settimana gli azionisti di Unicredit hanno lasciato tranquillo l'amministratore delegato, Alessandro Profumo. Intessendo con lui contatti e incontri che, secondo indiscrezioni, stanno facendo emergere forti tensioni, e un crescendo di intensità con esiti incerti. La richiesta dei soci (Fondazioni, privati italiani e tedeschi hanno quasi il 20% insieme) è di fermare l'avanzata degli investitori libici, arrivati con gli ultimi aggiornamenti oltre il 7,5% del capitale. Ma Profumo non pare orientato a mettere un freno alle cose, mentre il presidente Dieter Rampl sta cercando, con l'aiuto di importanti studi legali, di trovare le argomentazioni giuridiche per considerare la banca centrale di Tripoli (4,98%) e il fondo sovrano Lia (2,59%) un" azionista unico, pertanto soggetto alla limitazione al 5% nel diritto di voto.
In vista del cda Unicredit che il 30 settembre, a Varsavia, farà il punto sulla delicata situazione - e sulle risposte da fornire a Banca d'Italia a riguardo - è confermato che giovedì 23 si riunirà il comitato strategico della banca, convocato a Milano. Si discuterà, inevitabilmente, della cavalcata dei soci libici, ripresa con forza a inizio agosto, dei possibili modi per arginarla, delle eventuali ricadute sui poteri interni ed esterni a una delle principali banche d'Italia e d'Europa. Nella stessa giornata sono in agenda il comitato remunerazioni e il nomine, pertanto tutte le prime linee del management e dei rappresentanti dei soci si confronteranno a tutto tondo. Uno dei maggiori azionisti ha detto a Radio 24: «E senz'altro il momento più difficile nel rapporto tra Profumo e i suoi azionisti negli ultimi due anni, si è venuta a creare una situazione molto delicata e molto fluida».
Tra le ricadute politiche, la Lega Nord grida all'assalto: il governatore del Veneto Luca Zaia ha parlato di «scalata bella e buona, da contingentare». Mentre Agostino Megale, segretario nazionale della Fisac Cgil, dice: «La Lega sbraita contro i capitali libici ma in verità sembra alla ricerca di più posti di potere nella banca». Prima dei comitati, dopodomani, i banchieri di Piazza Cordusio torneranno a incontrare i sindacati, per parlare degli esuberi legati al riassetto in banca unica da poco avviato formalmente. Nell'ultima riunione Unicredit ha acconsentito a spalmare i 4.100 nuovi esuberi previsti nei prossimi cinque anni, rispetto ai tre inizialmente pattuiti, e ha aperto a esodi volontari e incentivati con un obiettivo di 3mila nel triennio 2011-2013.

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