Profumo, elogi da Pd e centristi Critico il Pdl

Dalla Rassegna stampa

«Se posso servire in qualche modo, lo faccio volentieri», ha detto Alessandro Profumo al Corriere della Sera. E se a lui la politica pare non dispiacere, di certo c'è che alla politica, almeno ad una parte, piace lui, l'ex numero uno dell'Unicredit. L'altro ieri Enrico Letta, vicesegretario del Pd, aveva detto: «Lo candiderei subito, è una persona appassionata e competente». Ieri anche il terzo polo si è trovato attorno al nome di Profumo. Rutelli (Api) apprezza il «suo coraggio nel dire: rischio, ci sono, voglio servire il mio Paese». Per Casini (Udc), «Profumo è uno degli uomini più intelligenti del Paese, credo che ci siano tante personalità che possono dare un loro contributo, c'è bisogno che tutti diano una mano e che la politica non sia autoreferenziale». Se per la Lega, nelle parole di Roberto Maroni, «chiunque può scendere in politica ma solo se si sottopone al vaglio della democrazia: se Profumo vince le elezioni non ho nessuna obiezione», arrivano solo critiche dal Pdl. Duro il ministro Saverio Romano: «Mi limito a ricordare che dopo aver portato l'istituto che dirigeva sull'orlo del disastro, Profumo è andato via con 40 milioni di euro di buonuscita e che se Unicredit è ancora in piedi lo deve al soccorso della Libia di Gheddafi». Pd e terzo polo vanno avanti su Profumo, anche perché piace la sua idea di un governo tecnico, il solo in grado di fare quello «sforzo da 400 miliardi» che porterebbe il debito dal 120 per cento al 90 per cento del Pil. Ma il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro la pensa in modo opposto: «Non sulla ricetta offerta da Profumo, su quella concordo, ci vuole un intervento straordinario, ma sulla necessità di un governo tecnico. Piaccia o no, solo Berlusconi la può fare questa cosa, solo lui è legittimato perché è da 16 anni che ha il consenso del Paese».

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