Prodi elogia l'amico Mario «Adesso non solo tagli»

Dalla Rassegna stampa

Un libro che è una sorta di lettera ai giovani («entrate in politica, ma non da vecchi» è l'esortazione per convincerli «di avere le gambe per camminare da soli») e poi le lezioni dall'aula dello Stabat Mater dell'Università di Bologna mandate in onda da La7. Entrambe le iniziative con titoli che guardano avanti: «Futuro cercasi» (Aliberti editore) e Al mondo che verrà». E poi interviste e articoli su giornali italiani e stranieri con una frequenza che non si vedeva da tempo, la partecipazione a iniziative tra le più diverse. Romano Prodi continua a dire che non vuole tornare in politica ma l'attivismo delle ultime settimane fa pensare a una vera e propria campagna d'autunno.

Ieri il Professore era a Roma, a elogiare l'altro professore che ora è a Palazzo Chigi ma soprattutto ad illustrare le sue proposte per uscire dalla crisi e rafforzare il ruolo dell'Europa. Una giornata intensa per l'ex premier, trascorsa senza quasi soluzione di continuità tra un'iniziativa mattutina al Centro studi americani organizzata dall'ambasciata degli Stati Uniti in Italia, un incontro a metà pomeriggio con gli studenti pensato dall'eurodeputato David Sassoli e dedicato all'Ue, e poi fino a sera la presentazione del libro del politico ghanese Kwame Nkrumah "Africa must unite".

Usa, Europa e Africa in otto ore, tra sorrisi e strette di mano con l'ambasciatore americano David Thorne (ma all'incontro per presentare la rivista del Mit "Technology Review" c'erano anche i rappresentanti della Cina e dell'India) e quello ghanese Evelyn Anita Stokes-Hayford, applaudito da Emma Bonino e da Nicola Zingaretti in sale riempite all'inverosimile, con Giuliano Amato che gli dà la parola ricordando «tra i tanti titoli quello di presidente dell'Advisory board della rivista "Technology Review"» e lui che ci scherza su: «Non so come posso ricoprire questo ruolo visto che come tecnologo non sono un granché... ma come presidente si può sempre fare».

Dal tecnologo al tecnico il passo è breve. E Prodi, che in una fase come questa non ci pensa proprio a rimanere nel ruolo di spettatore, non ha che parole di stima per Monti. Soprattutto, la parola che più ripete riferendosi al nuovo presidente del Consiglio è «saggezza». «È la persona giusta per trovare un compromesso in Europa e ha l'autorevolezza per sbloccare la situazione», dice. Il Professore, «europeista fanatico», come si autodefinisce scherzando quando qualcuno dice di lui che è un «convinto» sostenitore dell'Unione, sa che in questa fase c'è pane per i suoi denti. E non perché c'è un professore a Palazzo Chigi e si confida tanto nelle capacità dei tecnici. Ma perché mai come oggi è chiaro che i destini dell'Italia e dell'Europa sono strettamente legati. E Prodi è pronto a giocare le sue carte contro il modello «Merkozy», contro quell'asse franco-tedesco che, dice, «è zoppo». Ne ha per l'Europa, che «non è tra i protagonisti del mondo a causa delle divisioni che ancora permangono», e per l'Italia, «un punto debole» perché c'è stata «l'assoluta mancanza di una politica forte e di un governo forte». Ora, dice, ci vuole «non solo una politica di tagli, ma anche di rilancio dell'economia», senza farsi troppe illusioni sulle privatizzazioni perché «in Italia non c'è rimasto molto da privatizzare». Consigli a Monti, insieme al rilancio degli Eurobond («uno strumento che mette a posto la politica europea») su cui potrebbe insistere anche il premier nel viaggio in Europa.

«Io e Monti siamo più amici che colleghi, lo sento regolarmente», diceva Prodi alla Radio svizzera una settimana prima che il governo prendesse la fiducia al Senato. In quell'intervista ha anche detto che «certo, il governo tecnico è un po' una sconfitta per la politica». Una frase su cui ha polemizzato Casini: «La sconfitta è stata segnata dal fallimento di questi governi, anche del suo». Nessuna replica dal Professore (lo fece la sua portavoce Sandra Zampa, domandando al leader Udc «perché, assumendosi le responsabilità che competono a chi fa politica, non scelse di sostenere l'esecutivo di Prodi e Padoa Schioppa, evitando all'Italia il terzo giro del tetro valzer con Berlusconi?») che sta attento a non inimicarsi nessuno, perché la distanza dalla politica diminuisce rispetto a qualche mese fa e perché in futuro tutti i consensi potrebbero tornare utili.

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