Processo breve, rischio rimborsi

Il processo dovrà essere breve, ma per il primo grado del civile possono andare bene 3 anni anziché i previsti 2. È un problema di soldi, come capita spesso. La maggioranza ha realizzato che è reale il pericolo paventato dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino, durante l`audizione di lunedì in commissione Giustizia del Senato: dato che in Italia un processo civile dura in media oltre 8 anni (e quasi sempre più di 2 nel primo grado), lo Stato si troverebbe a dover pagare «cifre davvero ingenti» per risarcire tutti i cittadini che, in base alla legge Pinto, farebbero ricorso per violazione della ragionevole durata del procedimento. Accade già oggi (finora i rimborsi, tra importi liquidati e debiti, ammontano a 267 milioni di euro), ma con la nuova legge accadrebbe in misura perfino maggiore. Non proprio un dettaglio, che ha convinto gli esperti del Pdl e del ministero della Giustizia a lavorare sulla possibilità di innalzare di un anno il termine previsto per il processo civile di primo grado. Altre possibili modifiche riguardano la cancellazione delle contravvenzioni (per esempio la clandestinità) dalla lista dei reati esclusi dall`applicazione delle nuove norme e l`inclusione dei recidivi. Si vedrà. Per adesso, l`iter del ddl Gasparri-Quagliariello-Bricolo procede a rilento, malgrado i tempi stretti preventivati dal presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama Filippo Berselli (Pdl). E la sua approvazione slitterà ai primi giorni dei 2010, mentre la maggioranza intendeva arrivare al voto in Aula prima di Natale. Le opposizioni, infatti, stanno adottando la strategia dell`ostruzionismo: ieri ha preso il via la discussione generale sul provvedimento e si sono alternati a parlare molti senatori del centrosinistra, con lunghi interventi. Berselli ha così dovuto spostare il termine della discussione generale da oggi a domani pomeriggio. Nel merito, Emma Bonino ha definito il ddl Gasparri «un`amnistia mascherata» e perciò «meglio sarebbe fare quella vera», per la quale i radicali si stanno battendo. Il senatore Stefano Ceccanti del Pd è tornato a sostenere l`incostituzionalità del testo per 6 distinti profili. Eppure, ha replicato ancora Berselli, chi lo ha presentato «si è limitato in sostanza a riprendere il contenuto» di precedenti ddl firmati nel 2001 e nel 2006 da esponenti del centrosinistra. Intanto i vertici dell`Associazione nazionale magistrati hanno espresso le proprie preoccupazioni sull`impatto della legge in questione anche al presidente del Senato Renato Schifani, che li ha ricevuti ieri. Durante l`incontro, durato circa mezz`ora, il sindacato delle toghe ha auspicato che i toni aspri del dibattito intorno alla giustizia si possano ricomporre in un confronto costruttivo. Schifani ha assicurato il proprio impegno per l`affermazione di «un clima di lealtà, correttezza, nell`esclusivo interesse dei cittadini e del Paese».
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