Le priorità del Pdl restano due: lodo Alfano e legittimo impedimento

Entro febbraio «legittimo impedimento» e «processo-breve». Il «vado avanti» pronunciato ieri da Silvio Berlusconi non risparmia i temi della giustizia e, soprattutto, i ddl in grado di metterlo in sicurezza in tempi molto rapidi. L`attentato di Milano e il clima buonista che si sta respirando in questi giorni non cambiano infatti il calendario. A metà febbraio gli avvocati del premier temono la sentenza di primo grado sul processo Mills e l`argomento non è sfuggito alla cena di sabato sera voluta da Berlusconi ad Arcore con Bossi, Calderoli e Tremonti. Malgrado la fase-ghandiana il Cavaliere non è ancora arrivato ad accettare l`idea di incassare una sentenza di condanna per corruzione, confidando sull`appello o sul giudizio divino. Dopo la giornata di riposo di ieri trascorsa ad Arcore in compagnia della figlia Marina, Berlusconi riprenderà oggi ad incontrare i suoi avvocati proprio per fare con loro il punto sulle questioni aperte, dopo la lunga fase del San Raffaele. La riproposizione del «lodo-Alfano», riveduto e corretto, fatta dal vicecapogruppo del Pdl Gaetano Quagliariello assume quindi il valore di un gesto di buona volontà, dopo mesi di barricate, e punta a spostare la questione nei termini proposti da Pd e Udc che vedono come fumo negli occhi il «processo breve», mentre non escludono la reintroduzione di una sorta di immunità parlamentare al termine di un processo di riforme istituzionali. Analoga consistenza sembra avere la proposta fatta dal ministro Giulio Tremonti che ieri sul «Corriere» ha gettato il cuore oltre l`ostacolo, accennando all`ipotesi di una nuova bicamerale. Visto ciò che accadde nel `98 al governo Prodi, in costanza di una Bicamerale che sfornava progetti e riforme, la proposta di Tremonti è stata salutata nel Pdl con una raffica di «no-grazie». «Non mi illudo, ma ci dobbiamo provare», continua a ripetere in questi giorni il Cavaliere proprio perché le possibilità che l`opposizioni non ostacoli il varo dei due provvedimenti in grado di mettere in sicurezza il Cavaliere, sono ancora molto scarse. Al punto che nelle stretta cerchia degli avvocati del premier non si esclude la possibilità del varo alla Camera del ddl sul processo breve con un voto di fiducia. È per questo che magistrati-onorevoli, super-esperti, stanno lavorando per mettere a punto una serie di emendamenti in grado di aggiustare e rendere di fatto blindato il testo che uscirà dal Senato. II ddl dovrebbe essere varato a palazzo Madama entro il 18-20 a gennaio e poi passare alla Camera. Quando il ddl arriverà a Montecitorio mancheranno un paio settimane alla sentenza e quindi non c`è molto tempo da perdere. Non si fida Berlusconi. E non solo del presidente della Camera che riceve l`editore del quotidiano (Repubblica) che a giudizio del Cavaliere «ha montato una campagna d`odio», ma anche dei crescenti sospetti in casa Pd perla disponibilità di Bersani. Sospetti acuiti anche dalla possibile nomina di D`Alema ai vertici del Copasir frutto di quella che Pannella chiama «non casuale fiducia» che Berlusconi ha per l`ex ministro degli Esteri.
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