«Primi risultati ma la trasparenza è ancora a rischio»

Dalla Rassegna stampa

A un anno dalla prima campagna sulla trasparenza nelle spese e nella gestione di Camera e Senato i Radicali tornano a fare i conti in tasca al Parlamento aggiornando i dati su consulenti e collaboratori di Montecitorio e pubblicando, per la prima volta, contratti e convenzioni stipulati da Palazzo Madama.
 
«Il Paese - dice la radicale Emma Bonino, vicepresidente del Senato - ha bisogno di uno choc di trasparenza che è possibile solo se si rendono accessibili a tutti i dati». L'iniziativa si chiama, emblematicamente, «Onorevoli Wikileaks»: sul sito dei Radicali è già possibile consultare alcuni contratti digitalizzati sottoscritti dal Senato. «Il nostro lavoro - spiega la deputata Rita Bernardini - deve fare i conti con enormi resistenze. L'anno scorso, ad esempio, il presidente della Camera ha dovuto ordinare ai Questori di darci quello che chiedevamo». E ora una modifica del Regolamento di amministrazione e contabilità della Camera secondo la parlamentare - renderebbe il traguardo della trasparenza ancora più lontano. «è stato limitato il diritto di accesso dei deputati ai contratti stipulati dall'amministrazione della Camera e all'Albo dei fornitori e degli appaltatori attraverso la specificazione che tale diritto non può avere ad oggetto una serie indistinta di atti o documenti», dice Bernardini. Ma nonostante i paletti normativi alcune spese pazze sono venute fuori: un esempio per tutti lo fa il segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini che denuncia il caso emblematico dell'immobile affittato dal Senato nel 2003 in Largo Toniolo, a Roma. «La locazione - spiega - durerà 18 anni e costerà 271 mila euro l'anno, più circa 25 milioni di lavori fatti all'interno dell'edificio. In totale, insomma, verranno spesi 38 milioni di euro per realizzare gli uffici di 40 senatori. Ogni senatore ci costerà dunque 95 mila euro l'anno».

© 2011 Il Tempo. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK