Primarie in tv, le parole per vincere

Dalla Rassegna stampa

Nichi Vendola ha invitato tutti a Pomigliano, ma per adesso insieme si vedranno lunedì sera a Sky. I cinque candidati alle primarie del centrosinistra – Pier Luigi Bersani, Laura Puppato, Matteo Renzi, Bruno Tabacci e, appunto, Vendola, dopo voci e ripensamenti hanno accettato di confrontarsi in terreno evidentemente ritenuto neutro o comunque professionalmente equilibrato, quello all news di Rupert Murdoch. Per Pomigliano, si vedrà.
Il governatore della Puglia, dopo una partenza un po’ al rallenty dovuta anche, e forse principalmente, all’incertezza sulla vicenda giudiziaria che lo ha riguardato, sta cercando di recuperare il tempo perduto, sia con una presenza fitta sul territorio, sia partecipando a trasmissioni televisive, ma soprattutto caratterizzandosi sui contenuti concreti. Quasi a volersi scrollare di dosso quell’immagine da «acchiappanuvole», come lui stesso precisa in un’intervista al Sole 24 ore di ieri, stila un vero e proprio programma economico: parole chiave «industria, innovazione, agricoltura», rivendicazione puntuale dei risultati ottenuti da amministratore, a partire dall’utilizzo eccezionale dei fondi strutturali europei. Dunque, anche Europa e cessione di sovranità. E riduzione del carico fiscale su lavoro e imprese, avvantaggiando quelle che si adattano a parametri di sostenibilità ambientale e formazione. Fin qui, un programma non certo dirompente e divisivo nel centrosinistra. Poi, una proposta dagli echi antichi e diversi: l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. La butterà sul tappeto della tv. Sul piano politico, il pressing resterà su Bersani perché prenda le distanze dall’Udc di Casini. In proposito, quanto appena accaduto sulla riforma elettorale potrebbe mettere nel suo arco qualche freccia. Infine, i diritti civili, con attenzione ai gay. Ieri, in concomitanza con le idee esposte da Vendola al Sole, veniva reso noto il contenuto di un’intervista rilasciata a Vanity Fair – in edicola oggi – da Ed Testa, il compagno del governatore. Che, promette, non si nasconderà più e gli sarà accanto anche nelle occasioni pubbliche.
Sebbene in modo diverso, tutti e cinque i candidati hanno da spendere l’essersi misurati con il governo della cosa pubblica. L’argomento non viene utilizzato da ciascuno con la stessa intensità, ma nessuno potrà rimproverare carenze agli altri.
Chi punta molto sulla propria storia e la propria esperienza è Bruno Tabacci, il cui sito, semplice e tradizionale, contiene addirittura gli interventi raccolti nell’archivio di Radio radicale dal 1986. Il profilo del candidato è chiamato prosaicamente “curriculum vitae”, come si trattasse di un concorso, “Italia concreta” lo slogan dell’assessore al bilancio della giunta Pisapia. C’è da giurarci che sarà concreto anche in tv, dove del resto è di casa.
Poca televisione fino ad ora per gap di notorietà che si sforza di recuperare (ieri sera era da Floris) per Laura Puppato, l’unica donna candidata che della questione di genere ha fatto uno dei must, ma non l’unico. Sito colorato di turchese e fucsia (femminile?), evocativo (“Per un’altra idea di mondo” recita lo slogan) e dinamico, esperienza di amministrazione locale evidenziata, Puppato punterà su un profilo un po’ “verde”, un po’ movimentista (nel 2007 Beppe Grillo la premiò come “primo sindaco a Cinquestelle”), attenta ai diritti civili e severa sulle questioni della moralità pubblica: ieri si è pronunciata per l’incandidabilità di politici e amministratori rinviati a giudizio, dunque prima della eventuale condanna in primo grado.
Su cosa punteranno i due principali candidati, Bersani e Renzi? Hanno già fatto molta televisione entrambi in questa campagna elettorale. In questi giorni il segretario dem è concentrato sul territorio (oggi sarà in Abruzzo, venerdì a Milano dove parteciperà a una cena per raccolta fondi, menu fisso a 15 euro), mentre il sindaco di Firenze, che ha concluso il suo viaggio in camper, sta organizzando la seconda fase della sua campagna. Accentueranno i loro profili di “sinistra” e “destra” oppure la polemica sul futuro? Ieri Renzi ha ribadito a Radio 24: «Non farei il ministro di Bersani, in modo assoluto. Niente sgabelli, vorrei che fosse così anche per gli altri». Quanto a correre eventualmente per la segreteria del Pd, non è interessato: «Ci sono persone più brave di me, io sono il meno adatto».

 

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