Le primarie incoronano Bersani

Hanno votato in tantissimi anche al ballottaggio. Nonostante la pioggia battente che ha colpito le regioni del Sud, nonostante il risultato fosse abbastanza annunciato, nonostante le polemiche su chi poteva e chi no, alla fine il popolo di centrosinistra si è messo in fila ordinatamente e alle 17,30 erano oltre 2,3 milioni gli italiani che avevano dato la loro preferenza. Primarie da record, insomma. Così come è da record la celerità nello spoglio: un quarto d’ora dopo le 20, ed ecco i primi risultati. Bersani vince la corsa su Renzi con il 60-61% dei consensi.
Prima notazione: chi temeva caos ai seggi, è stato deluso. La tregua tra i duellanti ha raffreddato il clima. E anche se c’è qualche segnalazione di irregolarità, a Roma e in Toscana, il comitato Renzi ci tiene a rimarcare che accetterà l’esito delle primarie senza discussioni. «Non esistono ricorsi. Il centrosinistra avrà il suo candidato premier, che sarà stato eletto», ha detto fin dal mattino Nicola Danti, coordinatore del comitato Renzi in Toscana. Superflua, per fortuna, anche la discreta vigilanza da parte della polizia.
Seconda notazione: l’affluenza è lievemente calata rispetto a domenica scorsa. Alle 17.30, avevano votato 2 milioni e 300 mila persone. Centocinquantamila in meno rispetto a una settimana fa, una flessione del 5-7%. Secondo Luigi Berlinguer, presidente dei Garanti, è un «calo fisiologico». Lui temeva peggio. «Alle amministrative il calo medio tra i due turni è del 15%. In molte città, poi, è piovuto tutto il giorno».
Terza notazione: visto il divario tra i due, le poche irregolarità segnalate dal comitato Renzi non potrebbero rimettere in discussione il risultato. Spiega il responsabile organizzazione del Pd, Nico Stumpo: «Dal comitato Renzi sono pervenute al coordinamento nazionale una decina di segnalazioni su alcuni casi specifici, sui quali il coordinamento ha avviato le opportune verifiche». Poche decine di casi non cambiano i grandi numeri.
A Roma, in particolare, ci sono stati moltissimi casi di cittadini che, pur regolarmente registrati, non hanno trovato i loro nomi negli elenchi elettorali. Ne sono discese proteste. Luigi Berlinguer ha ammesso i problemi e ha rivelato pure di aver ricevuto una “fregatura” dalla società specializzata assoldata per «digitalizzare» gli elenchi: «Sono stati digitalizzati solo in parte. La società alla quale ci eravamo affidati ci ha truffato e l’abbiamo denunciata».
Era ovvio un calo nell'affluenza. Sono mancati molti fan di Vendola, ad esempio. Non è un caso che in Puglia, dove Vendola aveva dimostrato un gran radicamento, ci sia stato un calo del 22% di votanti: molti dei suoi si sono astenuti. Proprio nella Firenze di Matteo Renzi, poi, c’è voluta una telefonata del segretario cittadino del Pd con il sindaco per sbloccare le operazioni di voto, visto che alle 8 non arrivavano i registri con l’albo esatto degli elettori aventi diritto al voto.
E mentre vincitore e sconfitto si preparano al «giorno dopo», il Pd può legittimamente rivendicare la sua forza organizzativa. Stumpo esalta il lavoro fatto per le primarie: «Grazie ai 100 mila volontari, è stato fatto un lavoro straordinario, ordinato, serio, una grande dimostrazione della capacità di gestire una situazione complicata».
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