Primarie centrosinistra, Bersani e Renzi e la pubblicità a pagamento: violato l'articolo 7 del regolamento?

Dalla Rassegna stampa

“È fatto divieto ai candidati e ai loro sostenitori di ricorrere a qualsiasi forma di pubblicità a pagamento, come, ad esempio, spot su radio, televisioni, giornali, internet, o affitto di spazi su cartelloni pubblicitari”.

Non lascia spazio ad equivoci l’articolo 7 dei Principi regolamentari delle primarie del centrosinistra. Una par condicio applicata per non penalizzare candidati che non dispongono delle risorse economiche dei propri competitor. Via libera, dunque, a comizi, incontri, ospitate televisive. Ma niente esborso di denaro per pubblicizzare il proprio nome in vista dei gazebo di domenica.

Un giornalista freelance, Vito Costa, ha segnalato ieri una possibile violazione delle norme da parte di Pier Luigi Bersani. A pagina 54 de La Stampa (edizione di Cuneo e provincia) è comparso un annuncio che pubblicizzava la chiusura della campagna elettorale del segretario. In alto a destra, vi si legge chiaramente la dicitura “Avviso a pagamento”. L'Huffington Post ha contattato il quotidiano torinese. Un giornalista della redazione politica (che, per evidenti motivi preferisce non essere citato) spiega: “Non credo nella maniera più assoluta che si tratti di una concessione a titolo gratuito. Nella situazione in cui siamo non ho mai sentito di uno spazio dato gratis”. Anche la concessionaria pubblicitaria de La Stampa, la Publikompass, “esclude che possa trattarsi di un’inserzione gratuita, soprattutto se reca la dicitura che trattasi di avviso a pagamento”.

Ma nello stesso problema potrebbe essere incappato Matteo Renzi. Sulla homepage del sito foxlife.it spunta un banner che sponsorizza il sindaco di Firenze. In questo caso Fox Networks, che cura la pubblicità del sito, spiega: “Siamo stati contattati da un privato, sostenitore di Renzi. Che ha pagato di tasca sua l’inserzione pubblicitaria. Il Comitato renziano non c’entra niente”. Una spiegazione che potrebbe far storcere il naso ai sostenitori del segretario: il divieto di pubblicità a pagamento, a dar retta alle regole, è vietato esplicitamente anche ai “sostenitori”.

Proprio contro il rottamatore si sono mossi ieri sera i Comitati pro-Bersani. Appena È-tv, una rete locale, ha finito di trasmettere un video di 20 minuti sul leader fiorentino. “Ma quale spot – commentano dallo staff renziano – era un documentario a titolo gratuito”. Ma il Quotidiano nazionale spiega: “A comprare quei venti minuti di spot non è stato, formalmente, nessun comitato renziano. Ma una concessionaria pubblicitaria di Milano chiamata Publishare, con cui È-tv ha un normale rapporto da anni”.

Forse è il caso che il Collegio dei Garanti batta un colpo?

 

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