Primarie, ballottaggio Bersani-Renzi

Dalla Rassegna stampa

Spoglio a rilento per i risultati delle primarie del centrosinistra. Alle 2,25, ultimo aggiornamento sul sito www.risultati.primarieitaliabenecomune.it, erano meno della metà le sezioni scrutinate: 3.992 su 9.232. Confermata comunque la tendenza emersa finora: Bersani in testa con un distacco di otto punti percentuali rispetto a Renzi, ballottaggio in vista.

Questo il quadro finora. Pierluigi Bersani è primo con il 44,33% dei consensi (523.870 voti), al secondo posto Matteo Renzi con il 36,29% (428.755), al terzo Nichi Vendola con il 15,21% (179.760 voti), al quarto Laura Puppato con il 2,97% (35.099 voti), ultimo Bruno Tabacci con l’1,2% (14.142 voti). Boom per quanto riguarda l’affluenza alle urne: hanno votato quasi 4 milioni di cittadini.

 

Pier Luigi Bersani era rimasto sempre con i piedi per terra ma molti dei big del Pd, tutti schierati con lui, avevano creduto di potercela fare al primo turno. Ed invece, da oggi, si riparte da capo per una battaglia che si annuncia dura visto che Matteo Renzi ci crede davvero. «È stata una giornata straordinaria perché l’ho voluta io», è la soddisfazione del segretario Pd per la grande partecipazione e per il merito, riconosciutogli anche dal sindaco, di aver voluto primarie aperte.Dopo la chiusura dei seggi, Bersani ha chiamato Renzi e gli ha riconosciuto il buon risultato e l’effetto positivo che la sfida, condotta con i muscoli ma senza colpi bassi, ha avuto per motivare gli elettori ad andare ai gazebo. «Renzi è un protagonista, siamo riusciti insieme a raffigurare l’idea che siamo un grande campo», si compiace Bersani anche se, spiegano fonti democratiche, i voti complessivi sono poco di più delle primarie del 2009, eppure allora erano del Pd e non della coalizione. Sulla forza della coalizione ci sarà da lavorare ma dopo aver vinto la sfida di partenza contro Renzi per il quale «ora si riparte zero a zero».Il primo sforzo per i sostenitori del segretario sarà riportare a votare quasi 3,5 milioni di persone e soprattutto gli elettori di Sel. Anche perché, temono fonti democratiche, l’impressione è che il governatore pugliese tratterà `a caro prezzo´ il suo sostegno a Bersani.

 

Pur non avendo vinto al primo turno, il leader Pd guarda il lato positivo, ovvero che la campagna per il ballottaggio sarà un pezzo in più della battaglia vera, cioè per le elezioni politiche. «Il risultato per me è ottimo e allunga di una settimana l’attenzione del paese su di noi e ci consentirà di far vedere chi siamo: un grande schieramento di progressisti in grado di dare una mano a questo paese», sostiene Bersani, che, con i numeri dei partecipanti alle primarie, vuole dimostrare agli interlocutori esteri e ai mercati che il Pd è una forza affidabile e soprattutto radicata nel paese. L’analisi del voto, per quanto incompleta, offre però anche spunti di analisi non privi di ombre: al sud c’è un calo della partecipazione, già emerso nel voto alle elezioni siciliane. E nelle regioni rosse, in Toscana e in Emilia Romagna, Renzi è piaciuto oltre le aspettative all’elettorato di centrosinistra. E l’appeal del sindaco di Firenze rafforza la convinzione di chi, come Enrico Letta, spera che «Bersani e Renzi insieme collaboreranno per rafforzare il centrosinistra». Ma, prima di dare una mano al leader Pd, il sindaco di Firenze proverà a vincere la battaglia della sua vita.

 

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