"Il prestito ad Atene non peggiorerà i conti dell'Italia"

Dalla Rassegna stampa

 

I contatti fra le diplomazie in queste ore sono fitti. Superate le perplessità della Germania, i governi dell’area euro stanno mettendo a punto i dettagli dei rispettivi piani di sostegno alla Grecia da varare, se possibile, a breve distanza gli uni dagli altri. L’esecutivo tedesco si riunirà in seduta straordinaria lunedì, al quale seguirà il voto del Parlamento venerdì, prima delle elezioni regionali di domenica 9 maggio in Nordreno-Westfalia.
Tempi rapidi anche in Francia e in Italia, dove il consiglio dei ministri è già convocato in via ufficiosa per martedì o mercoledì. I tecnici di via XX settembre hanno pronto un decreto per circa 5,5 miliardi di euro. Cifra che, se necessario, il governo è pronto a far crescere. Stamattina il ministro dell’Economia, a Berlino per un convegno della Aspen Institute, ne discuterà a quattr’occhi con il collega tedesco Wolfgang Schàuble.
Quale che sarà l’entità dell’aiuto, al ministero dell’Economia sottolineano che di prestito si tratta, e che per questo l’impegno a favore della Grecia non peggiorerà i conti. L’impegno fra i ministri dell’Eurozona è di «sterilizzare» gli aiuti dal patto di stabilità europeo. Resta il fatto che l’inatteso esborso verso la Grecia complica ulteriormente il lavoro di Giulio Tremonti, stretto come sempre fra le ambizioni della sua maggioranza, l’esigenza di mantenere i conti sotto controllo e una crescita, in Italia come altrove, ancora molto fiacca.
«Niente manovrine, su questo punto accetto scommesse», fa sapere il ministro dell’Economia. «Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani», rassicurano anche da Palazzo Chigi. Se aggiustamento dei conti ci sarà è quello relativo alla Finanziaria triennale 2011-2013 ed imposto dall’Europa a tutti. Dunque niente nuove tasse, ma poiché la crescita di quest’anno resterà bassa e la spesa corrente non scende, ci dovrà essere un aumento dei tagli alle spese per mantenere il deficit pubblico al 5% del pil e rifinanziare alcune spese: in cima alla lista le missioni militari all’estero. Il programma di stabilità concordato dall’Italia con Bruxelles e previsto nella Finanziaria triennale prevede nel 2011 risparmi per poco meno di 7 miliardi. Cifra alla quale, entro luglio, se ne dovranno aggiungere di nuovi per la stessa entità. C’è chi suggerisce a Tremonti di trovare le risorse aumentando l’età pensionabile, ma al Tesoro l’opzione non è considerata né necessaria né percorribile.
La strada del risanamento resta stretta anche perché - almeno nelle intenzioni della maggioranza - dovrebbe procedere di pari passo con l’attuazione del Federalismo fiscale. Eppure - lo spiegava mercoledì Berlusconi elogiando a cena con alcuni senatori il lavoro di Tremonti - è l’unica percorribile per mantenere l’Italia fuori della bufera che, oltre alla Grecia, ha raggiunto Portogallo e Spagna. Ieri, grazie al sì agli aiuti, i rendimenti dei titoli pubblici europei sono tutti scesi ai livelli di guardia.
L’asta dei buoni del tesoro decennali italiani è andata esaurita e il differenziale di rendimento con i Bund è sceso sotto il punto percentuale: il segnale più tangibile della credibilità dei conti pubblici sui mercati.

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