Presenze e produttività, stretta sui parlamentari

La Presidenza della Camera conferisce un «mandato istruttorio» ai vice Leone e Bindi per passare a setaccio le presenze e l´attività delle commissioni parlamentari. Il presidente del Senato Renato Schifani convoca i presidenti delle commissioni di Palazzo Madama subito dopo l´approvazione della Finanziaria (prevista per giovedì) «per fare il punto sullo stato di esame dei provvedimenti legislativi di iniziativa parlamentare». Troppo pochi quelli approvati in entrambi i rami del Parlamento a fronte dei decreti e dei ddl del governo: negli ultimi sei mesi sono stati solo 9 su 47, dall´inizio della legislatura 14 su 113.
Sono alcuni dei dati emersi dall´inchiesta pubblicata ieri da "Repubblica" sulla produttività «a picco» delle due Camere negli ultimi sei mesi, tra commissioni al palo, sommerse da oltre 4 mila ddl, le 8 ore di lavoro settimanale a Palazzo Madama e le 18 a Montecitorio, attività d´aula dal martedì al giovedì. Una realtà fatta di numeri che fanno denunciare al Pd la «espropriazione del Parlamento da parte del governo», inattività da «vergogna nazionale» per l´Idv. Col Pdl che contrattacca e rilancia ora la sfida della riforma dei regolamenti. Unico a potersi ritenere soddisfatto è il governo Berlusconi, come confermano altre cifre, che saranno pubblicate oggi dal sito del ministero per i Rapporti col Parlamento: in questi 18 mesi, quasi tutti i 148 provvedimenti deliberati dal Consiglio dei ministri hanno avuto il via libera dalle Camere, da entrambe (102) o da una (18).
Ieri Montecitorio ha riaperto i battenti dopo il provocatorio stop di dieci giorni imposto da Fini. I presidenti delle due Camere adesso tentano di imprimere una svolta. «Sedute, ore e provvedimenti nei sei mesi presi in esame sono in linea con le precedenti legislature - fa notare la presidenza della Camera - la questione semmai attiene all´esigenza di rendere migliore il funzionamento e l´attività». Una sorta di screening (soprattutto sulle commissioni) sarà affidato ai vicepresidenti Leone e Bindi. Dalla presidenza del Senato rilevano invece come Palazzo Madama abbia approvato quasi il doppio delle leggi fatte proprie nello stesso periodo della precedente legislatura, «si sta lavorando con continuità, senza arretrati». Ad ogni modo, «dopo la Finanziaria, ci sarà un incontro con i presidenti delle commissioni per fare il punto sui provvedimenti di iniziativa parlamentare». Ma Anna Finocchiaro, capogruppo Pd, attacca: «Si lavora poco e male, i dati di "Repubblica" sono impietosi ma veri. Da tempo proponiamo invano l´avvio dei lavori dal lunedì, mentre giace accantonata una nostra proposta di riforma dei regolamenti». Quello a cui si assiste, aggiunge il vice Luigi Zanda, è «il progressivo svuotamento delle funzioni legislative e di controllo del Parlamento secondo una precisa strategia del governo Berlusconi». Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo Pdl al Senato dà della «faccia tosta» alla Finocchiaro: «Hanno poco da insegnarci quanto a produttività, vista l´esperienza della scorsa legislatura. La sinistra accolga la nostra sfida e partecipi alla discussione già avviata in Senato per la riforma del regolamento». Il dibattito si accende anche alla Camera. Quei dati sono «sintomo di un malessere», dice la vicepresidente Rosy Bindi. «Il problema non un Parlamento "fannullone" o lento, ma la difficoltà di instaurare un corretto rapporto tra le Camere e un governo che presenta leggi prive di copertura e incapace di programmare». La soluzione? «Riforma della legge elettorale e dei regolamenti parlamentari, superamento del bicameralismo, riduzione dei parlamentari». L´Idv insorge. «L´inattività delle Camere è una vergogna nazionale, conseguenza della deriva autoritaria di Berlusconi», accusa il capogruppo Massimo Donadi. E il suo collega al Senato Belisario: «È il momento di cambiare passo, lavorare di più». Su un punto tutta l´opposizione è d´accordo e lo rilancia l´Udc Michele Vietti: «Responsabilità gravi le ha il governo che pretende di arrogarsi per intero anche la funzione legislativa».
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