Il premier: «Rai indegna»

Il presidente della Camera Gianfranco Fini, leader di "Futuro e libertà", e il segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani parteciperanno stasera a Vieni via con me, il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano. La conferma arriva da una nota della trasmissione dove si spiega che Fini e Bersani «sono stati invitati a leggere rispettivamente un elenco dei valori della destra e un elenco dei valori della sinistra», seguendo i tempi e il linguaggio del programma, che non è un talk-show e non è una tribuna politica, «ma un inventario di parole, di valori, di sentimenti e di volti italiani».
I rispettivi elenchi dureranno circa tre minuti ciascuno. Tra quelli di questa seconda puntata ci sarebbe anche quello di alcuni principi di diritto sanciti dalla Corte di Cassazione in seguito alla vicenda di Eluana Englaro. A Piergiorgio Welby, invece, e alla storia di amore con sua moglie sarà dedicato uno dei due monologhi di Saviano della puntata di stasera: il secondo monologo che Saviano terrà sarà invece «sulla ‘Ndrangheta al Nord Italia». Tra gli ospiti della puntata di stasera, poi, ci saranno anche il popolare cantante Luciano Ligabue e il comico milanese Paolo Rossi, il quale, oltre al suo elenco, reciterà un monologo.
Le polemiche politiche su Vieni via con me, comunque, non si fermano. Ieri, lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, proprietario, va ricordato, delle reti Mediaset, ha lanciato pesanti critiche alla Rai e alla stampa italiana. Sulla prima ha detto che «è una cosa indegna avere una tv pubblica di questo tipo: la maggioranza degli italiani è con noi e non si lascia turlupinare dai programmi tv offensivi che paghiamo tutti noi». Mentre sui secondi - i giornali - ha sottolineato: «Non leggeteli, descrivono una situazione che non c’è e che è indipendente dagli elettori, descrivono posizioni politiche partitocratiche. La verità è che gli elettori esistono e che al 60% sono con me». A ribattergli, tra gli altri, Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del Partito democratico, che ha sottolineato come, secondo lui, Berlusconi sia «ossessionato» dalla Rai. «Prendere sul serio Berlusconi quando parla diRai - queste le parole di Orfini - è sempre più difficile e forse non vale nemmeno la pena: la sua è una vera e propria ossessione, peraltro piuttosto curiosa tenendo conto che se un problema di pluralismo in Rai c’è - e c’è di certo non è a danno del premier. La smetta di lamentarsi dei programmi che non riesce a controllare e si risparmi anche le pressioni indebite per impedire che vadano in onda. Se davvero li trova insopportabili, cambi canale o spenga la tv. Nei paesi democratici è così che funziona».
Parole chiare, quelle di Orfini, che hanno innescato la contro replica di Fabrizio Cicchitto, del Pdl. «Altro che ossessione: in Rai la situazione è così assurda da essere imbarazzante. Con l’eccezione di Porta a Porta che è equilibrata e bipartisan, tutti gli altri talk-show, saranno circa una decina, sono faziosi in modo addirittura forsennato. E non certo a favore di Berlusconi». Insomma, un vero botta, risposta e contro risposta sulla televisione. Vista dalla politica. Con una stilettata del sottosegretario Daniela Santanchè: «Fini ha detto che andrà da Saviano. Benissimo: più vanno in quelle trasmissioni più ci fanno vincere».
Dalla pancia della Rai, invece, si è alzata la voce del sindacato dei giornalisti, con l’Usigrai che ha sottolineato come «tra i fallimenti di Berlusconi c’è anche il non essere riuscito a piegare lo spirito di libertà e di servizio ai cittadini che c’è diffusamente in Rai». In ogni caso, in tv, continuerà il gioco a due tra Fazio e Saviano, il "vado via perché/resto qui perché", confronto tra le buone ragioni per andarsene dall’Italia e quelle per restare. Nella coreografia finale - un progetto di Roberto Castello - 17 autori performer si esibiranno in un balletto sulle note di un arrangiamento frenetico del brano di Paolo Conte.
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