Il Premier: economia in risalita lenta. Via libera alla Banca del Mezzogiorno

Dalla Rassegna stampa

«Stiamo iniziando la risalita, che però non sarà né veloce, né fatta di grandi numeri». Così Silvio Berlusconi ha fotografato la situazione dell'economia italiana, respingendo l'accusa di aver minimizzato le conseguenze della recessione. Alla conferenza stampa di presentazione del comitato promotore della Banca del Mezzogiorno. Il presidente del Consiglio non ha però rinnegato i consueti appelli all'ottimismo (da «cavalcare» in questo momento), appelli giustificati a suo avviso dal «fattore psicologico» della crisi. «E' passato il momento di paura che è stato la causa del crollo dei consumi» ha spiegato, promettendo come contributo del governo un'opera di «completa sburocratizzazione», da attuare a livello regionale.
Quanto alla banca del Mezzogiorno, dovrebbe intervenire su un altro fronte delicato, quello del credito che fanno fatica a trovare soprattutto piccole e medie imprese meridionali. Come ha ricordato lo stesso premier, il progetto nasce da lontano, dalla precedente esperienza di governo del centro destra. Ma Giulio Tremonti non era finora riuscito a portare questa sua idea alla fase della realizzazione. Ora invece ci sono quanto meno una serie di scadenze: entro l'estate dovrebbe arrivare il piano industriale, poi in autunno l'autorizzazione della Banca d'Italia, e quindi entro l'anno qualche prima forma di operatività. Il ministro dell'Economia ha fatto sapere di voler essere il primo a fare un deposito, e il premier ha prenotato il secondo posto.
Si tratterà, come è stato ricordato ieri, di una banca di secondo livello, ossia di una struttura che non avrà propri sportelli ma si appoggerà alla rete esistente delle banche di credito cooperativo e delle Poste italiane; in futuro potrebbero poi inserirsi nel progetto altri soggetti bancari. Come ha ricordato Tremonti, sarà però visibile il logo "Banca del mezzogiorno" presso gli sportelli che partecipano all'iniziativa.
Ma c'è un altro aspetto del progetto che toccherà direttamente i risparmiatori: la legge permette non solo alla Banca del Mezzogiorno ma anche a tutti gli altri istituti di emettere titoli finalizzati a finanziare investimenti al Sud, titoli i cui rendimenti saranno tassati al 5 per cento invece del normale 12,5. Una possibilità che finora però è stata accolta in modo tiepido dalle banche, ha fatto capire Tremonti, annunciando di voler insistere per«stimolare gli operatori».
Non sarà una banca pubblica: lo Stato avrà nell'azionariato una quota simbolica, destinata ad essere dismessa dopo la fase di avvio del progetto. Il comitato promotore (organismo richiesto dalla legge bancaria) sarà presieduto da Vito dell'Erba, presidente della federazione delle banche di credito cooperativo di Puglia e Basilicata. Ne faranno parte altri esponenti del mondo cooperativo, imprenditori, accademici, l'amministratore delegato di Poste italiane Massimo Sarmi e, per il ministero, Andrea Montanino, dirigente generale del Dipartimento del Tesoro.
Molto soddisfatto dell`iniziativa Alessandro Azzi, presidente di Federcasse (che raggruppa le banche di credito cooperativo). «Quello della banca per il Mezzogiorno è un progetto coerente con la nostra missione» ha detto Azzi. Sul fronte politico è invece scettica l'opposizione. Il Pd parla di «propaganda elettorale» mentre per Pier Ferdinando Casini, «è uno spot a buon mercato che porta a poco».

 

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