Il pregiudizio di Romiti

Uniti nel nome di Pisapia. Cesare Romiti e Carlo De Benedetti si detestano da da più di trent'anni. Fin da quando, a metà degli anni'70, governavano insieme la Fiat alle prese con una delle sue ricorrenti crisi finanziarie. La convivenza era durata appena cento giorni. Poi l'Ingegnere era stato cacciato per ragioni mai chiarite fino in fondo. Romiti era diventato l'unico riferimento del lingotto e, negli anni, non aveva mai perso occasione per mostrare la sua antipatia verso De Benedetti. Il ballottaggio di Milano e la possibilità di far vincere il candidato del centro-sinistra ha compiuto il miracolo. In una intervista pubblicata ieri mattina da la Repubblica l'ex presidente della Fiat, ormai piuttosto avanti con gli anni, si è lanciato in un'appassionata difesa di Pisapia. Lo ha definito «un signore per bene, educato, gentile, pieno di cortesia, colto». Un intervento fatto su misura per rassicurare gli elettori moderati: «Sono convinto che se dovesse vincere al ballottaggio non ci sarà nessuna zingaropoli». Le ragioni di queste affermazioni non sono chiarissime. Certamente un ruolo importante l'avrà giocato l'antiberlusconismo militante che negli ultimi tempi ha portato i poteri forti di Milano a serrare le fila. Fino al punto di far convergere Romiti e De Benedetti sulla stessa barricata. Miracoli del pregiudizio.
© 2011 Libero Quotidiano. Tutti i diritti riservati
SU