"Potenziali assassini nei cortei" Gasparri provoca. Pd: sobillatore

Dopo avere chiesto gli arresti preventivi dei manifestanti ed evocato il 7 aprile 1979, data simbolo degli anni di piombo, Maurizio Gasparri torna alla carica con un invito ai genitori: «Dite ai vostri figli di restare a casa, quelle manifestazioni sono frequentate da potenziali assassini e vanno evitate». Denunciano le opposizioni: così «si soffia sul fuoco»; il capogruppo del Pdl, Gasparri è «un sobillatore». Il Pd lancia un appello contro ogni violenza e convoca al partito un incontro con i sindacati di polizia e i rappresentanti degli studenti. Emanuele Fiano, che lo coordina, spiega: «Poliziotti e studenti si sono guardati negli occhi e si sono detti le reciproche ragioni». Non bisogna esasperare il clima è la parola d’ordine, e Bersani premette: «Gli studenti sanno che noi conosciamo il loro disagio e che sosteniamo le loro ragioni. Quindi a loro chiediamo di tenersi lontano dalla violenza che può cancellare e oscurare le loro giuste ragioni; e alle forze dell’ordine affinché facciano uno sforzo per separare i violenti dalla libera e pacifica protesta degli studenti».
Lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricorda ai giovani che protestare è un loro diritto ma li esorta a isolare i violenti che danneggiano la democrazia: «La protesta pacifica di tanti cittadini nelle strade delle capitali europee, benché spesso sviata da inammissibili violenze, è una spia di malessere che le democrazie non possono ignorare». Pure il presidente della Camera Fini bacchetta: «Se i giovani scendono in piazza per protestare, la politica non li insulti, non si volti dall’altra parte, ma cerchi di capirli, di educarli con la forza dei fatti, c’è il malessere di un’intera generazione». E il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini lancia l’appello della vigilia: «Tutti abbassino i toni e recuperino senso di responsabilità e misura».
Domani (salvo blitz per la fiducia oggi in aula) il disegno di legge Gelmini sull’università avrà l’ok definitivo del Senato. Si teme di tutto, dai provocatori alla rabbia che esplode, mentre al Viminale si discute il percorso della protesta. Berlusconi però dichiara di non temere gli scontri: «Forse la riforma che abbiamo fatto non è stata ben illustrata agli studenti, quindi francamente non riesco a capire queste manifestazioni di protesta. Non è stato aumentato nulla per quanto riguarda i costi degli studenti, se avessimo avuto più disponibilità avrei introdotto delle misure che avrebbero reso onore ai più bravi». Ma gli studenti, così come i ricercatori, sono certi di avere capito benissimo. Emma Bonino, vice presidente del Senato e leader radicale, ragiona: «La riforma dell’università ha molti elementi negativi: anche se a me non pare quel disastro paventato, però non ha fondi e neppure misure transitorie, quindi non decollerà». Un’unica strada è possibile per Di Pietro, ed è quella di ritirare il ddl Gelmini: «Bisogna eliminare le cause della protesta degli studenti, non tacitare il dissenso». Pier Ferdinando Casini, il leader dell’Udc ammette la sua preoccupazione di padre: «La classe politica deve evitare di incendiare e deve ascoltare. Mia figlia contesta la riforma, è un suo diritto, anche noi siamo stati giovani e siamo andati in piazza. Ma prendersela con i poliziotti è inaccettabile, perché per 1.200 euro al mese garantiscono il rispetto della democrazia per tutti». La Lega al contrario torna a chiedere il Daspo (il divieto di accedere alla manifestazioni sportive) allargato alla piazza.
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